Il gruppo Prada chiude un ottimo primo semestre. Nella prima metà dell’esercizio terminata il 30 giugno, la holding ha chiuso a quota 1,9 miliardi di euro di ricavi, in crescita del 22% rispetto al primo semestre del 2021, con le vendite retail ammontate a 1,67 miliardi, in aumento del 26% annuo e del 38% rispetto ai primi sei mesi dell’esercizio 2019.
Per quanto riguarda i brand, il forte apprezzamento di Prada ha generato una crescita del 28% sul 2021 e del 46% rispetto al 2019, mentre l’elevata visibilità di Miu Miu e il successo della sfilata primavera-estate 2022 hanno contributo a un aumento delle vendite del 14% rispetto al primo semestre 2021. In aumento anche l’e-commerce, mentre perde il 3%, invece, il canale wholesale.
I risultati hanno permesso al gruppo di passare da un utile netto di 97 milioni del primo semestre 2021 agli attuali 188 milioni di euro.
“Nei primi sei mesi del 2022, il gruppo Prada è cresciuto sia in termini di ricavi, sia di margini, continuando a investire in creatività, know how industriale e innovazione di prodotto, con una prospettiva di sviluppo di lungo periodo”, ha affermato l’AD del gruppo, Patrizio Bertelli. “Grazie alla nostra presenza globale e distribuzione geografica delle vendite, abbiamo più che compensato l’impatto derivante dai lockdown in Cina e dalle sanzioni alla Russia, dove il gruppo continua a supportare il proprio personale nonostante la chiusura dei negozi. I risultati di luglio rimangono molto positivi, ma il panorama politico ed economico internazionale è decisamente incerto e ci induce a essere cauti. Tuttavia, continuiamo a eseguire la nostra strategia con sicurezza, per sfruttare appieno il potenziale dei nostri marchi. Siamo fiduciosi di raggiungere gli obiettivi finanziari e operativi di medio termine che ci siamo prefissati”.
A livello regionale, le vendite maggiori si sono concentrate in Asia Pacifico, dove si sono attestate a 590 milioni di euro. La Cina ha comunque registrato un trend in miglioramento a seguito delle riaperture dal mese di giugno. Mentre l’Europa ha registrato una forte crescita dell’89% sostenuta dai consumi locali e da un ritorno dei flussi turistici.