Lo scoppio della pandemia, con il conseguente blocco dell’attività produttiva in tutti i sistemi economici, ha avuto un impatto forte e immediato sullo scambio internazionale di beni.
In particolare, nel corso del 2021 il settore manifatturiero italiano ha recuperato i livelli di attività precedenti lo scoppio della pandemia, diventando uno dei principali motori della crescita industriale nell’eurozona.
Anche l’occhialeria italiana ha seguito la stessa dinamica: grazie alla sua forte propensione internazionale è stata tra i settori che meglio hanno saputo reagire nel 2021, riportando i suoi valori ai livelli pre-crisi; nel mercato interno, invece, le tensioni inflattive e l’incertezza hanno pesato ancora tanto sulla domanda, soprattutto di occhiali da sole.
La produzione dell’occhialeria italiana nel 2021 è stata di 4,17 miliardi di Euro, in crescita del 35% rispetto al 2020 e del 4,5% rispetto al 2019. Il saldo totale dei produttori è leggermente calato di una dozzina di unità e si è attestato a 848 aziende a livello nazionale, l’1,4% in meno rispetto all’anno precedente. Riferendoci al livello pre-pandemico, invece, il calo risulta leggermente più marcato con circa 30 aziende in meno (il 3,5% inferiore rispetto al 2019).
Le esportazioni, di montature, occhiali da sole e lenti, che assorbono circa il 90% della produzione del settore, sono cresciute del 39,2% sul 2020 e del 3,4% rispetto al 2019, superando di poco i 4 miliardi di euro.
Considerando le esportazioni mondiali di occhiali da sole e montature, che nel 2021 hanno raggiunto poco meno di 18 miliardi di euro (-1,3% rispetto al 2019), la quota di mercato in valore riferibile all’Italia è di circa il 22%, dietro alla Cina.
“Il nostro settore sta reggendo bene il contraccolpo dovuto al conflitto mondiale, crisi energetica, inflazione, rincari delle materie prime ecc. – ha dichiarato il presidente di Anfao Giovanni Vitaloni -. Le previsioni che avevamo fatto per questa prima parte dell’anno si stanno confermando in linea, cosa che infonde ottimismo nelle aziende e in tutto il comparto. La vivacità delle fiere e degli eventi dimostrano che gli operatori sono motivati dalla volontà di fare business e questo è fondamentale per mantenere vivo e sano il settore e tutta la filiera. Nonostante fino ad oggi i dati siano positivi la situazione va monitorata in modo costante per via del complesso contesto internazionale”.