Gucci e Armani si confermano i brand più citati sul web. Cresce Chanel che supera Louis Vuitton, rispetto all’ultimo trimestre del 2021. Questa è la sentenza di Comin & Partners e Il Foglio della Moda, nella seconda edizione del report sulla reputazione delle maison.
Nello studio Gucci si conferma anche il marchio più apprezzato dal pubblico in rete, seguito da Armani e Dolce & Gabbana, che guadagna una posizione aggiudicandosi il podio.
Dal report si riscontra una predilezione da parte degli utenti per uno stile vintage che richiami la storia dei brand. Un altro macro tema d’interesse è quello dell’inclusione di genere. In tal senso, le maison più menzionate nelle conversazioni online sono Prada e Valentino, che hanno fatto di questo argomento un punto di forza della propria strategia aziendale, abbracciando uno stile non binario con abiti versatili che si adattano sia al guardaroba maschile che a quello femminile.
“Il punto di vista dei brand rispetto ai grandi temi è cruciale per la loro reputazione”, ha detto Gianluca Comin, fondatore e presidente di Comin & Partners. “Dalle scelte comunicative e di business che le maison hanno messo in atto negli ultimi due mesi si rileva, ad esempio, che lo scoppio della guerra in Ucraina ha avuto un grande impatto sul settore del lusso, a conferma del fatto che il fenomeno del Brand Activism è oramai parte integrante delle strategie aziendali, rivelandosi fondamentale per il posizionamento del marchio”.
La moda si prepara poi ad approdare nel Metaverso per soddisfare le diverse esigenze di un pubblico sempre più ampio.
“Dalle rilevazioni degli argomenti”, conclude Fabiana Giacomotti, docente di Fashion Studies alla Sapienza e curatrice del Foglio della Moda, “e del lessico delle conversazioni, emerge soprattutto la grande ambivalenza di molti frequentatori dei social. Pronti a chiedere ogni adeguatezza agli standard di sostenibilità e inclusività ai brand, ma poco disposti ad applicare le stesse rigide misure a sé stessi. Altrimenti non si spiegherebbe il boom di brand di ultra fast fashion e l’aumento nell’uso dei filtri fotografici”.