Le analisi di Confindustria moda per Federorafi sui dati Istat annunciano un incremento dell’export dell’alta gioielleria che archivia il 2021 con ben 8 miliardi di euro, con un aumento quasi del +60%. Un’evoluzione più che positiva per il settore che vede gli Stati Uniti come i primi sul mercato con un percentuale di incremento del 65,6%, raggiungendo un’incidenza del 15,9% sul totale.
La Svizzera detiene, invece, il secondo mercato crescendo del 49,5%, seguito da quello degli Emirati Arabi posizionato al terzo posto con un 107,7%. In quarta posizione, spicca la Francia con un +43,4%, l’Irlanda al quinto con +61,8% confermandosi anche a pieno titolo come hub logistico-commerciale dell’haute joaillerie.
Le vendite dirette toccano il +35,3% per tutto il 2021, seguita dalla Cina che conquista nuove posizioni con una variazione pari al +129,7%, un dato ancora non sufficientemente vicino a quelli di Hong Kong. Il periodo della pandemia ha creato un contraccolpo reale nel mondo della gioielleria, tanto che Paesi come Regno Unito e Francia non hanno ancora recuperato del tutto il gap.
Arezzo e il suo export incidono per il 31,1% sul totale della penisola italiana con una crescita che li ha portati a toccare i 2,6 miliardi di euro, mentre Vicenza arriva a 1,7 miliardi che corrispondono al 20,2% sul totale. Come terza provincia per valore d’export c’è Alessandria con +24%, al quarto Milano con +83% e Torino con +65,6%.
L’industria italiana è stata presa in considerazione anche nell’analisi delle possibili implicazioni che potrebbero derivare dal conflitto tra Russia e Ucraina. In totale, Russia, Ucraina e Bielorussia hanno toccato quasi 76 milioni di euro nel 2021 con un +40,1% sull’anno precedente. Le statistiche di Wto-trademap segnalano che l’Italia nel 2020 era il primo fornitore per il territorio russo, seguito dalla Cina, ma a causa dell’attuale guerra nell’Est-Europa, Thailandia, Francia e Stati Uniti potrebbero prendere il loro posto.
Gli acquisti di preziosi da parte dei russi facevano guadagnare un capitale molto alto alle aziende di alta gioielleria, soprattutto in termini di importazione di metalli preziosi e diamanti.