Federalberghi mette a nudo i dati di preconsuntivo dell’anno in chiusura. In evidenza si vede continuare a prevalere il segno meno con una situazione di difficoltà generale data dallo strascico del periodo di pandemia. Qualche segnale positivo però non manca, si sono registrati picchi durante la seconda metà dell’estate nelle località di vacanza e villeggiatura che si rivolgono principalmente alla domanda italiana.
Come ben ricordiamo la scorsa stagione invernale è stata completamente eclissata dalle restrizioni che vietavano, incontri, esibizioni, meeting e congressi e ancora per questa stagione invernale 2021 non possiamo dire che sia tornato tutto alla normalità in quanto alcune manifestazioni sono ancora soggette a limitazioni. Nei due anni, la perdita complessiva del settore ricettivo italiano è di circa 24 miliardi di euro.
L’osservatorio di Federalberghi ha previsto che il 2021 dovrebbe chiudersi con una perdita di quasi 10 miliardi di euro, in calo di oltre il 36% rispetto al 2019.
Inoltre, possiamo dimenticarci di grandi cifre dal settore del turismo: 146 milioni di presenze in meno, di cui circa 113 milioni relative ai turisti stranieri. Basti pensare che si è rilevato che nei primi undici mesi dell’anno corrente c’è stato un calo del 34,8% delle presenze turistiche rispetto allo stesso valore dello stesso periodo del 2019, con un meno 52,8% per i turisti stranieri e meno 16% per i turisti italiani.
Tutte le destinazioni che vivevano per il turismo straniero si vedono in grandi difficoltà anche quest’anno. Secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia, per i primi otto mesi del 2021 la spesa dei turisti stranieri in Italia è crollata del 61,4%, da 30,7 a 11,9 miliardi di euro.
In molte località turistiche italiane il calo di turismo rispetto al 2019 è superiore al 50%. Il tasso di occupazione camere registrato da RES – STR è del 31,8% a Roma, del 34,4% a Venezia, del 34,5% a Firenze e del 35,4% a Milano.