Dopo uno stop estivo il settore del lusso è tornato a crescere. Come testimoniato da Citi, gli ultimi mesi sono stati i più delicati a causa delle dinamiche cinesi, tra cui il Covid-19, la regolamentazione del governo nei settori chiave e ipotetica ridistribuzione della ricchezza voluta dal presidente Xi Jinping.
Il Q3 2021 ha visto agosto in flessione nelle principali aree geografiche, con l’Europa scesa a -6%. Numeri positivi invece per Hong Kong e Stati Uniti. La fiducia dei consumatori è peggiorata a settembre nel Regno Unito, in Giappone e anche negli Stati Uniti.
Anche la crescita delle esportazioni di orologi svizzeri ha subito una flessione ad agosto: «Il settore si è svalutato parzialmente a causa della pandemia con un premio di circa 15% rispetto alle medie storiche. Il consensus sui ricavi del comparto lusso nel 2021 ed è ora circa 10% sopra i livelli del 2019, con un ebit del 30% sopra il 2019. Per il 2022 queste cifre sono rispettivamente del 20% e 50% sopra ilivelli del 2019», affermano gli analisti di Citi, aspettandosi una ripresa per fine anno.
«Per il sesto anno consecutivo il settore ha tuttavia sovraperformato, con un +21% dall’inizio dell’anno a oggi, contro il +14% del mercato europeo, grazie al continuo slancio delle vendite in Cina e in Usa e a un superiore slancio degli profitti: l’utile per azione dei settore 2021 e e 2022 e di consensus è aumentato del 38% e del 32% da inizio anno», hanno proseguito gli analisti. «I recenti dati suggeriscono che settembre potrebbe essere migliorato soprattutto in Cina, membra sembra mantenersi una forza continua negli Stati Uniti, con tendenzemeno negative nel vecchio continente, oggi penalizzato dall’assenza dei turisti asiatici e americani».
Da Lvmh, che sarà la prima holding del settore a divulgare i risultati del terzo trimestre, Citi si aspetta una crescita a due anni simile a quella del secondo quarter (+13%), più moderata nella divisione Fashion & leather a +35% contro il +40% precedente.