I dati Liv-ex, indicano il bel paese al terzo posto come regione più “scambiata” sul mercato secondario dei fine wine, dietro a Bordeaux e Borgogna.
Normalmente, la quota più importante riguarda i vini della Toscana, che rappresentano il 72% delle bottiglie scambiate, grazie alla loro storicità e forza di brand come Sassicaia, Ornellaia, Masseto, Tignanello, Solaia, Biondi Santi.
Numeri in crescita anche per il Piemonte, l’altra grande zona del vino italiano, che non muove i volumi della Toscana, ma ha raggiunto prezzi importanti, in particolare con il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, diventato uno dei vini più ricercati nelle aste internazionali.
A raccontare l’esplosione piemontese, è l’aumento +11.000% degli scambi registrati negli ultimi dieci anni, mentre da inizio 2021 hanno già superato – del 3% – quelli di tutto il 2020, con la Regione che, adesso, vale il 39% della quota dei vini italiani scambiati sul Liv-ex.
Oltre a Toscana e Piemonte, trovano spazio anche le chicche enoiche di Regioni ancora in secondo piano nel mondo del collezionismo e degli investimenti, come Veneto, Abruzzo, Umbria, Puglia, Sicilia e Campania.