“Perché, voi non avete voglia di luce, dopo il buio di questi mesi?”. Giorgio Armani risponde così ai giornalisti che, al termine della sfilata, gli chiedono come mai abbia deciso di concentrare la sua collezione d’alta moda sugli effetti luminosi del tessuto, sul brillio e sulle trasparenze.
Il suo messaggio è scandito ulteriormente dalle note limpide e cristalline che fuoriescono dall’arpa di René Aubry, la musicista scelta a fare da colonna sonora della sfilata con la sua “Après la pluie“, “dopo la pioggia”, appunto.
Anche il titolo di questa collezione, “Shine“, simboleggia la luminosità della luce che impregna e si riflette in ogni capo. Protagonisti assoluti di questa Haute Couture sono infatti i colori e i volumi che creano giochi di luce a tratti abbaglianti, freschi e dirompenti come i raggi del sole all’alba. L’atmosfera è radiosa, rarefatta, fiabesca. Le modelle, abbigliate in lunghi abiti da sera, sembrano fate che aleggiano sulla passerella. Le stoffe sono impalpabili, tanto che sembrano intessute con la rugiada del primo mattino. Raso e seta sono attraversati di leggerissimi fili metallici che gli donano preziosità e un’impressione di festosa leggerezza.

Giorgio Armani SHINE
Armani spiega di aver cercato di tenere il tono il più leggero possibile anche su trucco e capelli, lasciati praticamente al naturale per fare da contraltare alle costruzioni senza peso ma complesse di molti degli abiti.
Giorgio Armani torna a sfilare nella “ville lumiere”, in quei saloni dell’Ambasciata Italiana di rue de Varenne che per lui sono ormai una seconda casa. “Pensavo a dove sfilare, e mi è sembrato naturale chiedere di poter tornare qui: appena entrato, ho pensato di essere tornato a casa”, ha spiegato lo stilista ai giornalisti presenti al défilé, tenutosi finalmente alla presenza del pubblico.
Pubblico che annoverava in prima fila l’attrice Diane Kruger, la cantante Malika Ayane, la giornalista Lilli Gruber e Laura Mattarella, la figlia del Presidente della Repubblica e in visita ufficiale a Parigi con il padre.
Il caso ha infatti voluto che la sfilata di Giorgio Armani capitasse proprio nei giorni in cui anche Sergio Mattarella si trova nella Capitale francese: “Con il Presidente ci siamo incontrati nei giorni scorsi, – ha raccontato Re Giorgio – . All’inizio ero parecchio intimidito, ma lui è stato molto amichevole: credo si sia reso conto che anche io, nel mio piccolo, un paio di cose le ho fatte. Abbiamo parlato di moda senza parlare di moda”.
Un modo elegante, il suo, per dire che con il Presidente ha avuto modo di confrontarsi sulle sorti di questo settore cruciale per l’economia italiana che coinvolge allo stesso tempo industria e cultura, soprattutto in questa delicata fase di ripresa post-pandemia. D’altra parte, Armani ha sempre avuto l’animo dell’imprenditore e continua a dimostrarlo tenendo ben salde nelle sue mani le redini dell’azienda, con un fatturato che ha saputo tenere botta anche nell’annus horribilis 2020.