“Ho sempre fatto bene e ottenuto grandi risultati con le mie aziende, ora ci provo anche con la mia passione per il calcio”.
E da giovedì 3 giugno, Carlo Rivetti è il nuovo proprietario e presidente del Modena Football Club, squadra blasonata che ora si ritrova in serie C. Un’operazione – dicono i ben informati – da circa 4 milioni di euro, per l’acquisto del club e per ripianare i debiti della precedente gestione della Kerakoll, multinazione della colla per ceramica, con sede a Sassuolo.
Di origine biellese, dove nonno e papà misero su un impero in quel territorio così legato al tessile, Carlo Rivetti vive e lavora dal 1983 a Ravarino, paese ad una ventina di chilometri da Modena, da dove ha lanciato nel mondo il suo storico marchio “Stone Island”; venduto a dicembre 2020 alla Moncler per una cifra attorno ai 230 milioni di euro (tra contanti e azioni della stessa società), anche se altri calcoli accreditano a Rivetti un patrimonio molto superiore a quello ottenuto con la cessione della “Stone Island”. E, adesso, l’avventura nel calcio, per lui che è un tifoso dell’Inter (ora lo sarà anche del Modena) e un appassionato di football. “Nel mio lavoro sono sempre stato come l’allenatore che sceglie i giocatori migliori da mandare in campo”, ha detto. E stavolta i collaboratori se li è scelti in famiglia, in un Consiglio di Amministrazione del Modena Football Club tutto “familiare”. il figlio Matteo sarà Direttore generale e Amministratore delegato, mentre i figli Silvio e Camilla e la nuova Ilaria saranno consiglieri.
Rivetti ha fatto sapere che “Stone Island” non c’entra nulla con questa sua avventura calcistica, assolutamente personale e familiare, con un ingresso di capitali esclusivamente privato. Si parla della volontà di investire subito una decina di milioni di euro per rinforzare la squadra (il Modena è arrivato quarto in serie C, poi subito eliminato ai playoff), con un obiettivo dichiarato: “Vogliamo salire in serie B il prima possibile. I nostri modelli sono l’Atalanta, il Sassuolo, l’Udinese, l’Empoli e il Villarreal”, ha dichiarato Rivetti, dopo aver ricevuto la maglia (gialla) numero 10 simbolica del Modena, durante la conferenza stampa di presenrtazione della sua “discesa in campo”.
“Voglio riportare allo stadio, appena sarà possibile, anche i ragazzi, i bambini, le donne, le intere famiglie. Sogno un calcio diverso, con meno proteste in campo, un calcio più sostenibile e più etico”; ha aggiunto Rivetti. Che, poi, ci ha tenuto a chiarire: “Non ho comprato una squadra di calcio per fare soldi, non ne ho bisogno!”.
L’avvento di un “pezzo grosso” della moda come Rivetti – famoso in tutto il mondo (“A Londra mi fermano per strada”, dice gongolando) – nel calcio arriva qualche anno dopo l’ingresso nel Vicenza di Renzo Rosso, patron della “Diesel”, che era già stato proprietario della piccola squadra del Bassano.
Potrebbe essere un buon segno sia per la moda che per il calcio.
Lo è sicuramente per i tifosi, tanti, del Modena, che da adesso possono sognare in grande.