Polemiche a parte tra Consorzio e Maison della Valpolicella è il momento di rilanciare il territorio, la cultura e l’artigianalità dell’Amarone. E di recente se ne sono occupate (tramite un ciclo di video conferenze, per cause di forza maggiore) Le Famiglie Storiche dell’Amarone, l’Associazione, nata nel 2009, che riunisce 13 cantine operanti da più generazioni (Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre d’Orti, Venturini e Zenato). Nomi di lustro, apprezzati dai winelovers di tutto il mondo. Ma nessun vino per quanto pregevole può godere di una sostanziosa eredità, se si rinuncia a innovare e a comunicarlo nel modo corretto.
Le Famiglie Storiche fanno, certo, tesoro della loro lunghissima esperienza di viticultori, ma al tempo stesso guardano al futuro. Anzi, preparano il futuro. Ognuna con il proprio stile, ma tutte quante con importanti punti fermi. Si sa che l’Amarone “vecchia maniera” è passato di moda. I gusti sono cambiati, i vignaioli per primi si stanno dando da fare in ogni regione d’Italia per dare un’impronta moderna, contemporanea ai propri vini. I punti fermi:
1. Terroir. Ne sentiamo parlare ovunque. Ma è un aspetto fondamentale della viticoltura, che oggi assume ancora più valore, grazie a veri e propri studi scientifici e agronomici sui suoli, grazie a puntuali ricerche sulla zonazione. E per questo qui di seguito vi presenteremo alcuni pregevoli cru e pregevoli riserve.
2. Differenziazione di resa e cernita tra le aree di pianura e quelle collinari. Non si può fare di tutte le vigne un fascio, insomma, tanto per parafrasare un celebre proverbio.
3. Le tecniche di appassimento non dipendono da un processo scontato, automatico e meccanizzato. Intanto, nei decenni si sono evolute. E sempre più contano il tocco, la sensibilità, le scelte, l’intelligenza dell’uomo.
4. La vigna non è un’entità a parte. La sua salute, la sua resa, la qualità delle uve dipendono da un ecosistema che va preservato e soprattutto curato. E qui comincia anche qualche guaio in più. A parte i problemi derivanti dal cambiamento climatico, se non c’è una visione comune e condivisa sulla gestione del territorio e sulla valorizzazione della storia del territorio si finisce tutti quanti in un vicolo cieco.
5. Ma l’unione fa anche la differenza. Cioè ben vengano le diversità di interpretazione di un vino tanto complesso. Fare il vino è in fondo un’arte, e ogni bravo vignaiolo ha il proprio stile, ha una propria visione, segue un proprio percorso “artistico”. Ogni vignaiolo lavora con passione e sentimento le proprie uve e le proprie viti e ambisce a trasformarle persino in capolavori enoici. E la qualità conquistata da ognuno di loro fa lustro alla qualità degli altri.
Ed ecco allora una galleria d’artista allestita nella cantina di Montenapo.
Corvina veronese e Corvinone 70%, Rondinella 25%, Molinara 5%. Proprietà Monte Sant’Urbano, nel comune di Fumane. Si estende per una superficie di 19 ettari. E’ situata su una collina con un’altitudine che varia da 280 a 350 m/s.l.m. Invecchiamento in tonneaux da 500 l. di rovere di Allier per 24 mesi e in botti in rovere da 20-40 hl. per altri 12 mesi. Successivo affinamento in bottiglia. 15 gradi.
Corvina 75%, Corvinone 20%, Rondinella 5%. 4 anni di affinamento, il primo in tonneau da 500 Lt e gli altri 3 in botti grandi in rovere di Slavonia. Il vino riposa infine un altro anno in bottiglia. 15,5 gradi.
Uve Corvina, Corvinone, Rondinella e Oseleta. Affinamento: in piccoli barili di rovere francese e per ca. 40 mesi, successivamente in botti di rovere e poi in bottiglia per almeno 6 mesi. 16,5 gradi.
Corvina 39%, Corvinone 30%, Rondinella 31%. Vigneto di provenienza Grezzana – Case Vecie (450 mt/s.l.m., esposizione sud-est). Affinamento 2 anni in legno piccolo e 2 anni in legno grande.
Uva: Corvina 63%, Corvinone 20%, Barbera 10%, Sangiovese 7%. Maturazione in cantina: 2 mesi in tonneaux da 5 hl e 24 mesi in botti da 25 hl. Imbottigliamento unico il 25 maggio 2017.
Uve: Corvina Veronese 45%, Corvinone 45%, Rondinella 5%, Oseleta 5%. Affinamento: 48 mesi mesi in barriques di rovere francese da 2,25 hl; 6 mesi di massa e affinamento in bottiglia per 1 anno circa. 17 Gradi circa.
Vitigni: 70% Corvina, 25% Rondinella, 5% Molinara. Affinamento: 3 anni: 60% in botti di rovere di Slavonia da 30-40 hl, 40% in fusti di rovere di Slavonia e Allier da 600 litri, parte nuovi, parte di II, III e IV impiego. Seguono minimo 6 mesi in bottiglia. 16 gradi.
Uvaggio: Corvina e Corvinone 70%, Rondinella 10%, Oseleta 10%, Croatina 7%, altre 3%. Fermentazione con lieviti indigeni, a temperatura non controllata in tino tronco conico di legno rovere, follature manuali giornaliere, fino a naturale rallentamento della fermentazione. Senza alcun utilizzo di coadiuvanti e attivanti di fermentazione. Riposa poi in rovere non tostato per 5 anni. 16 gradi.
Uvaggio: 30% Corvina, 30% Corvinone, 30% Rondinella, 10% Oseleta, Negrara, Dindarella, Croatina e Forselina. Affinamento in botti di Rovere di Slavonia: 4 anni. Imbottigliamento e affinamento in bottiglia: 6 mesi. 17 gradi.
Uve: Corvina e Corvinone 70% – Rondinella 20% – Croatina 5% – Oseleta 5%. Affinamento: 3 anni in tonneaux nuove. 16 gradi.
Uve: Corvina 70% Rondinella 20% Corvinone 10%. Il vino matura per 36 mesi, in parte in botti di rovere e in parte in tonneaux – affinamento in bottiglia per 6 mesi dopo l’imbottigliamento.
Uve: 85 % Corvina, 10% Rondinella, 5% Oseleta. Affinamento per almeno 4 anni in botti di rovere di grandi dimensioni ed un affinamento in bottiglia per almeno un anno. 17 gradi.
Uve: Corvina, Corvinone e Oseleta. La sua particolarità, tra l’altro, sta nella macerazione delle bucce che è proseguita per un intero anno, seguita da un affinamento in rovere per un altro lustro.
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