In Sardegna è nata da poco La Contralta, un’azienda enoica che punta sull’eccellenza e sui vitigni autoctoni dell’Isola. Un modo anche questo per inaugurare il ritorno alla semi normalità della Regione. La prima in Italia ad e essere classificata in Zona Bianca dalla emergenza del Covid.
La Contralta, prima vendemmia 2019, ha rilasciato in questi giorni due eccellenti etichette: un Vermentino di Gallura, battezzato “Fiore del sasso”, da un verso di Umberto Saba e il Cannonau in purezza “L’ora grande”, da un componimento dello stesso poeta.
La neonata azienda vitivinicola sorge in Gallura e ha i vigneti coltivati nelle zone e sui suoli più vocati della Regione, per un totale di sette ettari complessivi che sarano a breve implementati. Una porzione nella località di Enas, vicino a Olbia e un’altra meno estesa a Palau, con uno splendido impianto ad alberello su un suolo sabbioso e granitico che sconfina sulla spiaggia. Ideale per il Cannonau, ma anche per il Vermentino che sarà qui presto coltivato.
I curatori de La Contralta, il winemaker Roberto Gariup e l’amministratore Nicola Dettori, hanno idee molto precise e una lunga eserienza. E precisi vogliono che siano I loro vini. A cominciare proprio dai bianchi, per i quali nutrono entrambi una forte passione. Ma, forse, è proprio “precisione” la parola chiave che distingue i loro vini e tutta la filosofia dell’azienda. “Vogliamo creare vini dritti, verticali, asciutti”, sostengono quasi in coro. E aggiungono: “Ci piace sperimentare in cantina, provare diversi contenitori, dal cemento all’anfora, eseguire macerazioni audaci, ottenere vini longevi, proprio a cominciare dal Vermentino, che non deve esprimersi in un botto, ma lentamente”. Uno stile minimalista, quindi, ma capace di esprimere al meglio il terroir.
Del Fiore del sasso, Vermentino di Gallura Docg Superiore 2019 sono state prodotte 10 mila bottiglie. Il vino affina in parte in acciaio sulle proprie fecce e una’altra piccola parte, intorno al 20%, in piccole botti di rovere francese di primo passaggio. Dopo 8 mesi le due masse vengono assemblate, chiarificate, filltrate e imbottigliate. E in bottiglia il Vermentino trascorre un ulteriore mese in vetro prima di essere commercializzato. Al naso è delicate, è un Vermentivo secco e vertical, che lascia la bocca asciutta e ha una discrete sapidità con note mandorlate nel finale persistente. Quasi inutile aggiungere ce promette una notevle evluzione negi anni.
L’ora grande, Cannonau di Sardegna Doc Rosso 2019 per alcuni aspetti potrebbe essere considerate ancora più audace. Il vitigno in purezza non è affatto facile. “È un vitigno plastico”, spiega Roberto Gariup, il cui scopo, riuscito, era di ottenere un Cannoau delicate e fruttato. Con profumi decisi e intriganti, spezie, pepe… Un rosso elegante, intense e dal marcato carattere. “Il mosto viene messo ad affinare in botti da 500 litri di rovere francese di primo passaggio per 6 mesi. Trascorso questo tempo il vino viene rimesso in acciaio, filtrato e imbottigliato. Il vino affina un ulteriore mese in vetro. Di questo vino sono state prodotte 3.300 bottiglie”.
A breve saranno rilasciate altre due nuove etichette: Al sol brilla, Vermentino IGT Isola dei Nuraghi Bianco e M’illumino, Carignano IGT Isola dei Nuraghi Rosso (uscita prevista per primavera 2021).
E, a proposito di etichette, aggiungiamo che le belle label della maison sono state concepite con il contributo di John Pawson, uno dei padri dell’architettura e designer minimalista inglese.
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