Fra le aziende leader su scala globale per i servizi di Audit & Assurance, la britannica Deloitte ha pubblicato in questi giorni il consueto Global Powers of Luxury Goods, giunto quest’anno alla sua terza edizione, classificando le 100 migliori aziende del settore fashion & luxury in base al valore economico delle vendite registrate nel 2019, nel complesso equivalenti a ben 281 miliardi di dollari.
Ai vertici della classifica sono state confermate, per la terza edizione consecutiva, Lvmh, Kering, Estée Lauder e Richemont. Al quinto posto troviamo poi l’Oréal Luxe e a seguire Chanel. Confermata quindi al settimo posto l’italiana EssilorLuxottica, seguita a sua volta, chiudendo la top 10, da Chow Tai Jewellery Group, Pvh e Swatch Group, sceso rispetto allo scorso anno di ben due posizioni.
A conferma del valore mondiale del Made in Italy, delle 100 in classifica ben 22 aziende provengono proprio dal Belpaese, fra queste il 77% appartiene alla filiera dell’abbigliamento e delle calzature mentre il restante 23% fa parte della categoria borse e accessori. Fra le italiane in classifica, oltre a EssilorLuxottica, spiccano anche Prada e Giorgio Armani, seguite in particolare da Moncler, che si afferma quale azienda dal più elevato net profit margin (22%) fra le italiane e terza fra le 100 in elenco.
“Tradizione e reattività, due elementi che da sempre caratterizzano le aziende Made in Italy, coniugati con modelli di business innovativi e sostenibili, saranno elementi necessari per affrontare le grandi sfide nell’era post-Covid”, questo il commento di Patrizia Arienti, Deloitte Emea fashion & luxury leader, in merito al buco generato quest’anno dalla pandemia e alla conseguente necessità per i grandi imprenditori del settore di rimettersi in gioco quanto prima.