In un momento storico decisamente particolare in cui prevalgono gli squilibri e le incertezze anche le grandi case di moda, nel corso di questi mesi, hanno dovuto reinventarsi e riorganizzare le proprie sfilate. Da Milano a Parigi ciò che serviva era l’originalità che fosse il più credibile possibile. Doveva trasmettere sicurezza, gusto ma anche suscitare dei ricordi positivi legati alle certezze del passato, all’autenticità della propria identità culturale ed anche anagrafica.
Quest’intento si è tradotto nella ricerca di determinate figure femminili a cui affidare la propria immagine. E così défilé dopo défilé sulle passerelle di tutto il mondo abbiamo visto sfilare a grande sorpresa, al fianco di giovani modelle, numerose donne di età superiore anche ai 50 anni. Non necessariamente ex modelle, ma anche protagoniste del grande schermo o più semplicemente donne del quotidiano.
La prima grande apparizione risale a giugno quando l’italiana 76enne Benedetta Barzini ha prestato il suo volto per la campagna Prefall 2020 di Gucci, a seguire hanno preso parte alla sfilata di Balmain sei top model degli anni Ottanta e Novanta, che con la loro signorilità ed eleganza hanno conquistato gli occhi di tutti. Tra loro c’erano Amalia Vairelli, Axelle Doué e Charlotte Flossault e l’intramontabile Violeta Sanchez, musa di Helmut Newton.
Le passerelle di Milano hanno poi visto sfilare per Fendi alcune radiose top model degli anni 60/80 come Penelope Tree (70 anni), Cecilia Chancellor (54 anni) e Yasmin Le Bon (56 anni). A seguire ha suscitato grande stupore anche l’apparizione alla sfilata Fenty di Rihanna dell’attrice Demi Moore, 57 anni, con indosso calze a rete nere e lingerie ultra sexy.
La Paris Fashion Week, conclusasi ieri, ha infine visto protagonista tra le modelle di Balenciaga, individuate dal direttore creativo Demna Gvasalia, alcune donne “vere” non modelle, ma professioniste in altri settori, come l’architetto Neda Brady e la gallerista Francesca Pia. Stessa filosofia seguita da J.W. Anderson per il lookbook di Loewe per il quale sono state chiamate l’artista Hilary Lloyd, la pr Laurence Kleinknecht e Kristina de Coninck musa di Margiela.