Il revenge spending è una realtà ben consolidata per Prada in Cina. A specificarlo, in una nota inviata a un’agenzia di stampa, è il CEO Patrizio Bertelli. L’imprenditore, a capo del gruppo insieme a Miuccia Prada ha evidenziato come dall’apertura degli store le vendite in loco siano progredite a passo spedito, con dati che supera ampiamente lo stesso periodo di un anno fa.
L’imprenditore ha sottolineato come l’interesse dei consumatori cinesi verso i beni di lusso sia rimasto forte nonostante la pandemia, che ha penalizzato l’economia mondiale .
“La Cina è stata il primo paese ad uscire dal lockdown e abbiamo assistito alla classica ripresa a V con le vendite che sono tornate in territorio positivo già dalla fine di marzo dopo la riapertura dei nostri negozi. Il trend ha continuato ad accelerare nei mesi successivi fino a oltre il 60%” ha dichiarato via mail, aggiungendo che: “Ad oggi le vendite del gruppo in Cina hanno già ampiamente superato i livelli del 2019, evidenziando una crescita a doppia cifra da inizio anno. Riteniamo che nei mesi futuri si possa mantenere lo stesso trend”.
Una conferma statistica era arrivata anche in occasione della presentazione dei dati semestrali e ribadita in un’intervista al presidente di Prada, Carlo Mazzi.
Il gruppo ha archiviato il primo semestre con un fatturato di 938 milioni di euro, in flessione del 40% a cambi costanti. Su questi numeri ha pesantemente impattato la chiusura dei negozi legata all’emergenza coronavirus