Il brand Salvatore Ferragamo e altre maison del settore alzano i prezzi per rispondere alla crisi portata dal virus. Scelta dettata dall’aumento dei costi delle materie prime e alle crescenti complessità logistiche causate dall’emergenza sanitaria. Il report indicato da Retuers indica un aumento fra il 5 % e il 7% che verrà applicato indipendentemente dalla area geografica.
A fine maggio il brand ha pubblicato i dati relativi al Q3, concluso con un -30 % rispetto al 2019 e un risultato netto negativo di 41 milioni. Mentre nello stesso periodo, in Cina, la maison ha riportato vendite in aumento double digit. “In Cina avverrà probabilmente un rimpatrio dello shopping rispetto al passato, quando numerosi Cinesi acquistavano all’estero” dichiara la CEO Micaela Le Divelec che continua sostenendo “La strategy dell’aumento dei prezzi punta a mitigare la contrazione del traffico nei negozi e l’aumento dei costi della gestione della logistica e del Retail causati dalla pandemia”.
Anche Patrizio Bertelli, CEO del gruppo Prada, si allinea alla strategia del brand toscano e afferma “Le recenti complessità logistiche e produttive ci hanno costretti ad alzare i listini per recuperare rispetto all’aumento dei costi organizzativi e quelli di materiali grezzi. In ogni caso sono aumenti contenuti, a una cifra”.
Secondo quanto afferma Reuters, anche Gucci ha rialzato il listino dal 5 al 9 % in mercati quali Gran Bretagna, Italia e la Cina.
Anche in Francia le grandi maison hanno optato per un incremento dei prezzi per rispondere alla crisi portata dal virus.
Il lusso alza i prezzi
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