Il mondo della moda piange la scomparsa di Alber Elbaz. Classe 1961, israeliano d’origine, il noto designer è morto sabato a Parigi all’età di 59 anni. Un dramma improvviso che desta sgomento su un’intera categoria che da sempre ne apprezzava idee, qualità e carattere.
Dopo un periodo di formazione a New York, cominciò nel 1996 a lavorare da Guy Laroche dove vi rimase fino al 1998, anno in cui debuttò alla guida artistica di Yves Saint Laurent. Nel 2001 venne poi chiamato alla direzione creativa di Lanvin, all’epoca un po’ in sofferenza. Apportando ai canoni della maison tutto l’entusiasmo che da sempre caratterizzava il suo approccio, riuscì tuttavia a riportare l’etichetta sulla via del successo, affrontando il nuovo millennio in chiave più giovanile e dinamica. Dopo l’addio alla maison avvenuto nel 2015, il designer passò i successivi 5 anni lontano dalle passerelle per poi farne ritorno a gennaio con la sua nuova etichetta Az Factory, giunta al suo debutto proprio in occasione della stagione dell’haute couture parigina di inizio anno.
Tante le parole di cordoglio espresse in queste ore da clienti, amici e colleghi, tra questi anche molti italiani, come Domenico Dolce, Stefano Gabbana e in particolare Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino, che sui social ha espresso tutta la sua commozione: “Albert è stato in grado di infondere la sua anima nel suo lavoro creando un’estetica che parlava con forza della sua gioia di vivere. Mi mancherà, ma troverò sollievo ammirando l’eredità del suo lavoro che ricorderà a tutti noi quanto fosse grande il suo talento e come la sua visione della bellezza, il suo approccio umano alla moda rimarrà per sempre impareggiabile”.