La moda si appella ai governi, dalla Bfc-Brithis fashion council agli operatori della industry statunitense, fino al Conseil du commerce francese che spinge affinché i negozi restino aperti. Anche il Smi-Sistema moda Italia ha elaborato una strategia di intervento strutturale la cui bozza è stata inviata al nuovo governo di Mario Draghi.
“Abbiamo scritto al presidente del consiglio Mario Draghi e a tutti i ministeri competenti, tra cui il ministero dello Sviluppo economico, del lavoro e degli esteri. Abbiamo inviato un draft, un riassunto dello studio che verrà presentato integralmente quando ci chiameranno. Siamo in attesa di essere convocati”, ha spiegato il presidente di Smi, Marino Vago.
Il piano sopranominato “Percorso per il rilancio della filiera italiana del tessile & abbigliamento” è articolato su tre livelli operativi e include investimenti complessivi per circa 8 miliardi di euro.
“Allo stato attuale, senza alcun intervento strutturale sono previsti nell’arco dei prossimi tre anni una perdita di fatturato rispetto al 2019 di circa 9 miliardi di euro, la chiusura di circa 6.500 imprese, il 15% del totale, e la perdita di 70 mila posti di lavoro”, ha aggiunto.