Mario Draghi salirà tra poco al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per ricevere l’incarico di formare un nuovo esecutivo.
Il Conte ter è ormai un lontano ricordo, il premier dimissionario non ha la maggioranza per formare il suo terzo esecutivo e quindi Il presidente Mattarella ha sollecitato le forze politiche ha conferire la fiducia a un governo di alto profilo.
L’esecutivo “del Presidente” sarà guidato dall’ex-presidente della Bce, Mario Draghi, in pratica l’uomo che ha salvato l’Europa nel momento di massima instabilità del “sistema Euro”.
Economista e accademico, Mario Draghi, nasce a Roma il 3 settembre 1947 e si laurea nel ‘70 all’Università La Sapienza di Roma (relatore il professor Federico Caffè) per poi specializzarsi presso il Massachusetts Institute of Technology di Boston.
Inizia la carriera accademica che lo vede dal 1975 al 1981 professore incaricato prima di Politica economica e finanziaria all’Università di Trento poi di Macroeconomia all’Università di Padova e di Economia matematica all’Università di Venezia, di Economia e politica monetaria e di Economia internazionale all’Università di Firenze.
Nel 1983 è anche consigliere del ministro del Tesoro Giovanni Goria del governo Craxi I.
Nel 1991 viene nominato direttore generale del ministero del Tesoro dall’allora ministro Guido Carli del governo Andreotti VII e vi rimane fino al 2001 confermato da tutti i successivi governi (Amato I, Ciampi, Berlusconi I, Dini, Prodi I, D’Alema I e II, Amato II e Berlusconi II).
Nel 2002 diventa vicepresidente e Managing Director di Goldman Sachs nella sede di Londra.
Nel 29 dicembre 2005 viene nominato governatore della Banca d’Italia e proprio in questo periodo hanno luogo aggregazioni e fusioni di istituti bancari. La carica di governatore lo proietta negli organismi internazionali del Financial Stability Board e nella Bce (Banca centrale europea) come membro del consiglio. Il 16 maggio 2011 l’Eurogruppo – formato dai ministri economici dell’eurozona – ufficializza la sua candidatura alla presidenza della Bce dove si insedia in estate.
Il nuovo presidente della Bce si rende subito protagonista pronunciando a Londra, il 26 luglio 2012, il famoso discorso del “ Whatever it takes ”. Un’espressione di estremo impatto, scelta per salvare la Bce e la moneta unica.
I tabloid britannici Financial Times e Times lo indicano uomo dell’anno per aver ben gestito la crisi del debito sovrano in un momento delicato.
Quella espressione di Draghi troverà riscontro nei fatti con la decisione di varare il quantitative easing, ovvero l’immissione di liquidità nel mercato grazie all’acquisto dei titoli di Stato da parte della Bce e dalle banche nazionali dei singoli stati.
Questa manovra ha permesso la chiusura a forbice dello spread (il differenziale tra i titoli dei Paesi con debito più elevato) come l’Italia, rispetto alla Germania.
Mario Draghi diventa così l’uomo che è riuscito a risollevare l’Europa dallo sconquasso. Non a caso gli venne attribuito il simpatico appellativo di Supermario, con un chiaro riferimento all’eroe dei videogiochi Nintendo.
Nel 2018 secondo Forbes è il 18° uomo più potente del mondo. Il mandato alla guida della Bce termina il 31 ottobre 2019 e passa le consegne al successore, individuato in Christine Lagarde.
Riuscirà Supermario a salvare anche il suo paese? Lo scopriremo, ma sicuramente siamo nelle mani del numero uno.