La proroga del credito d’imposta per le attività di design e ideazione estetica, prevista dalla legge di bilancio 2026, rappresenta un segnale incoraggiante di attenzione verso la filiera della moda e degli accessori, uno dei pilastri più identitari e strategici del Made in Italy. A sottolinearlo è Giovanna Ceolini, presidente di Confindustria Accessori Moda, commentando la misura inserita nel provvedimento finanziario.
«La proroga del credito d’imposta per le attività di design e ideazione estetica rappresenta un segnale positivo di attenzione del Governo verso la filiera della moda e dell’accessorio, una delle componenti più identitarie e strategiche del Made in Italy per valore economico, occupazionale e culturale», afferma Ceolini.
Secondo la presidente dell’associazione, il credito d’imposta si è dimostrato negli anni uno strumento concreto di supporto alle imprese, contribuendo a mantenere in Italia le funzioni creative e di sviluppo prodotto, elementi chiave della competitività del settore. «Si tratta di uno strumento che negli anni ha sostenuto concretamente le imprese nel mantenere in Italia le funzioni creative e di sviluppo prodotto, elementi centrali del valore del Made in Italy. Design, stile e sviluppo sono elementi strutturali della competitività della nostra filiera e contribuiscono a mantenere nel Paese competenze strategiche e occupazione qualificata», aggiunge.
Un sostegno che arriva in una fase complessa per il comparto, alle prese con un rallentamento della domanda e con una crescente pressione competitiva a livello internazionale.
Ceolini esprime infine apprezzamento per il lavoro istituzionale che ha portato alla proroga della misura e auspica un ulteriore rafforzamento in futuro. «Ringraziamo il Governo, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e le forze di opposizione per aver sostenuto questa scelta politica e confidiamo che nei prossimi passaggi si possa lavorare a un rafforzamento e a una maggiore stabilità della misura, assicurandone maggiore continuità e capacità di accompagnare le imprese in una fase di trasformazione e forte pressione competitiva», conclude.


