Nel panorama mondiale della moda, l’America Latina si sta profilando come una frontiera dal potenziale eccezionale. Secondo stime recenti, entro il 2029 il valore complessivo del settore moda nella regione potrebbe raggiungere 156 miliardi di dollari, consolidando la sua posizione nei circuiti globali del lusso e del lifestyle.
Questa proiezione evidenzia un’accelerazione significativa rispetto al contesto odierno, e indica la presenza di dinamiche strutturali favorevoli: crescita demografica, ampliamento delle classi medie, urbanizzazione e una maggiore penetrazione digitale. Tale scenario rappresenta un’opportunità strategica per i brand internazionali disposti a investire in presenza locale, supply chain integrata e collaborazioni con realtà regionali.
Le forze trainanti del mercato latinoamericano
Uno dei fattori chiave è il rapido incremento della domanda interna di beni premium, specie nei mercati forti come Brasile, Messico e Colombia. In Brasile, ad esempio, il mercato del lusso ha registrato una crescita significativa: tra il 2022 e il 2024, le vendite sono aumentate del 26%, con performance annue ben al di sopra del contesto globale (+12% contro +3%) . Oggi il settore vale circa 15,4 miliardi di euro, con una domanda diversificata che integra moda, accessori, immobili e auto di lusso.
In parallelo, le aziende europee, italiane in primis, puntano a valorizzare la propria reputazione nel “bello e ben fatto” per inserirsi in un ecosistema dove stile, artigianalità e sostenibilità diventano elementi differenzianti. In Brasile è già in corso l’iniziativa “Esportare la Dolce Vita: bello e ben fatto”, promossa da ministero degli Esteri e ICE, con l’obiettivo di rafforzare il riconoscimento del Made in Italy nel comparto moda.
Un altro driver di rilievo è rappresentato dalle trasformazioni negli accordi commerciali: l’avanzamento di intese come quella tra Unione Europea e Mercosur può facilitare la circolazione di prodotti, investimenti e relazioni industriali transatlantiche — un quadro che favorisce l’accesso ai mercati sudamericani.
Opportunità per l’Italia (e rischi da affrontare)
L’Italia ha storicamente un vantaggio competitivo nel settore moda grazie alla qualità dei materiali, al design e alla reputazione internazionale. Tuttavia, per sfruttare al massimo le prospettive offerte dall’America Latina, serve una strategia integrata che contempli:
- Presenza fisica e logistica: stabilire stabilimenti, joint venture o partnership industriali locali per ottimizzare tempi e costi;
- Adattamenti culturali: linee e collezioni che tengano conto delle specificità climatiche, estetiche, identitarie dei consumatori latinoamericani;
- Marketing mirato e storytelling: valorizzare l’immagine del brand attraverso narrazioni che connettano il patrimonio italiano al contesto locale;
- Mitigazione dei rischi: protezione della proprietà intellettuale, adattamento alle normative, gestione del rischio cambio e dazi.
Questa sfida, però, non è priva di ostacoli. Il contesto macroeconomico globale è caratterizzato da tensioni geopolitiche, incertezze sui dazi e rallentamenti in alcuni mercati chiave dell’Asia. Inoltre, secondo un’indagine condotta da Deloitte, circa l’80% degli investitori nel settore fashion e luxury indica che i dazi rappresentano una fonte di preoccupazione significativa — pur constatando che il 90% di essi non intende ritirarsi dal comparto.
Uno sguardo più ampio sull’economia globale
L’ascesa dell’America Latina nel business della moda va in parallelo con la riscoperta dei cosiddetti paesi del “Sud globale” come poli emergenti di crescita. Un report del Boston Consulting Group stima che, entro il 2033, il “Global South” potrebbe registrare scambi per 14 mila miliardi di dollari, con tassi di crescita medi annui del 4,2% — quasi il doppio di quelli previsti per i Paesi avanzati (1,9%) . Questo trend reinterpreta i flussi commerciali, le rotte dell’investimento e l’orientamento strategico dei grandi gruppi.
Nella contingenza europea, ad esempio, il settore pelle in Italia ha già manifestato segnali di difficoltà: nel 2024 il fatturato è sceso dell’8,6% e per il 2025 si prospetta un ulteriore calo del 5,3% . In questo contesto, l’America Latina non appare soltanto come un’opportunità aggiuntiva, ma come una leva essenziale per diversificare i rischi e compensare i rallentamenti nei mercati tradizionali.