Dal 23 maggio al 21 settembre, il Castello di Rivoli – Museo di Arte Contemporanea – presenta la mostra “Rebecca Horn. Cutting through the Past”, a cura di Marcella Beccaria.
Si tratta della prima retrospettiva mai dedicata a Rebecca Horn da un’istituzione museale pubblica italiana. L’esposizione nasce dalla collaborazione con la Haus der Kunst di Monaco di Baviera, che nel 2024 ha organizzato una personale dell’artista. Curata da Marcella Beccaria e allestita nella Manica Lunga del Castello, la mostra celebra l’impatto fondamentale della Horn nello sviluppo dell’arte contemporanea, attraverso opere che danno vita a un teatro performativo intenso e perturbante, dove emergono temi chiave come il tempo, la memoria, il desiderio e le dinamiche di potere.
Il lavoro di Rebecca Horn intreccia inscindibilmente l’umano e il meccanico, anticipando questioni che oggi occupano il centro del dibattito culturale, in un’epoca segnata da tecnologie sempre più sofisticate.
La mostra raccoglie installazioni, sculture, video, film e disegni, spaziando dagli anni Sessanta fino alle opere più recenti. Sono presenti importanti prestiti dalla Fondazione Moontower, fondata dall’artista stessa a Bad König, in Germania, con opere raramente esposte.
Tra i lavori esposti figurano iconiche macchine cinetiche come la Macchina Pavone, realizzata in occasione di Documenta a Kassel nel 1992, fino all’opera più recente Corpo che respira (2017), passando per installazioni monumentali come Inferno (1993–2024), Torre dei senza nome (1994) e Concerto per l’anarchia (2006).
La sezione centrale della mostra propone le prime performance di Horn attraverso i video Performances I (1970–1972), Performances II (1972) e Berlin (10.11.1974 – 28.1.1975), recentemente digitalizzati e proiettati in grande formato, come già avvenuto nella presentazione presso Haus der Kunst.
Sfruttando il nucleo di opere dell’artista già presenti nella collezione del Castello, vengono inoltre presentati il film Der Eintänzer (Il gigolò) del 1978 e le installazioni immersive Cutting through the past (1992–1993), che dà il titolo alla mostra, e Miroir du Lac (Specchio del Lago), del 2004.
Dopo la personale a Monaco e la recente scomparsa dell’artista, la mostra al Castello di Rivoli raccoglie per la prima volta un significativo nucleo di Bodylandscapes, tra le sue opere più recenti. Si tratta di disegni pittorici di grande formato nati da un processo performativo, in cui ricorrono forme circolari e curve, interpretabili come simboli del tempo che scorre e della rigenerazione continua.
Queste opere dialogano con l’installazione Das Rad der Zeit (La ruota del tempo) del 2016, anch’essa presentata per la prima volta in un museo pubblico. Tali lavori esprimono l’evoluzione spirituale della Horn, in linea con opere come Piccoli Spiriti blu, l’intervento pubblico che dal 2000 caratterizza il paesaggio torinese dall’alto di Santa Maria al Monte dei Cappuccini.
In occasione di “Rebecca Horn – Cutting through the Past”, alcune opere saranno esposte anche presso la Collezione Cerruti, come secondo episodio di Interferenze, progetto dedicato ai dialoghi tra il Castello di Rivoli e Villa Cerruti. Qui saranno visibili installazioni e un grande Bodylandscape, tra cui spicca Cello (1999), una scultura sonora originariamente concepita per il progetto Konzert für Buchenwald a Weimar: uno strumento che si suona da sé con due archetti, presentato nella sala della musica della villa.
In sinergia con il programma Exposed 2025, il Castello di Rivoli organizzerà anche un ciclo di proiezioni dedicate ai film dell’artista, che si terranno nel teatro del museo il 24 e 25 maggio. La rassegna includerà due lungometraggi scritti e diretti da Horn, parte della collezione del museo: Buster’s Bedroom (1991) e Ferdinanda – Sonata per una Villa Medici (1981).