Lo studio “2024 European Consumer Sentiment Report” del Boston Consulting Group, pubblicato martedì 22 ottobre scorso, ha evidenziato come i consumatori di tutta Europa abbiano ridotto le loro spese, in particolare il budget per la moda, durante la prima metà dell’anno in corso, soprattutto i francesi.
In generale i consumatori europei intervistati sono risultati meno preoccupati per la propria vita personale che per le condizioni politiche, economiche, l’atmosfera sociale, culturale e ambientale. I più preoccupati sono risultati i francesi.
Dopo l’inaspettato scioglimento dell’Assemblea Nazionale e il contesto politico piuttosto incerto, il periodo estivo e il successo dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 hanno offerto ai consumatori francesi una tregua che, però, è stata solo temporanea dalle preoccupazioni quotidiane.
Il 75% di loro avverte malessere nei confronti della politica ( rispetto ad una media europea del 57%) e il 67% si sente a disagio per la condizione economica.
Il 73% degli intervistati europei ha affermato di aver ridotto, durante la prima parte dell’anno, le spese non essenziali a fronte dell’aumento dei prezzi beni di consumo e servizi e anche i loro stipendi e risparmi sono diminuiti ( rispettivamente del 25% e del 28%).
Per compensare l’aumento delle spese per alimenti ed energia, gli europei hanno ridotto la spesa e si sono rivolti a marchi più economici, in particolare nelle categorie dell’abbigliamento (-20%), snack (-15%) e alcolici, con un – 15%. I francesi hanno ancora si più diminuito il budget utilizzato per la moda (-38%), gli spuntini (-30%) e il consumo di alcol (-24%).
Questa tendenza al de-consumo, ereditata dallo scorso anno, e questo calo dei consumi di moda pesano sui marchi di abbigliamento francesi, che stanno attraversando un anno piuttosto complicato. Stupisce un risultato, il calo dei prodotti di lusso solo del 23%. Se il 45% dei consumatori francesi ha dichiarato di aver comprato meno e di aver acquistato meno spesso del pret à porter rispetto all’anno precedente e nel primo semestre dell’anno, il 17% degli acquirenti di prodotti di lusso ha dichiarato di aver speso di più, pagando prezzi più alti per assicurarsi beni di migliore qualità o per acquistare marchi più costosi.
Lo studio distingue due gruppi, uno sensibile al prezzo e che già ha ridotto il budget per la moda, un secondo gruppo, più resiliente, che ha aumentato la spesa per il lusso grazie all’acquisto di brand più cari e di beni di migliore qualità.
I consumatori francesi adottano un modo di acquisto più verde ed ecologico, per quanto riguarda le pratiche d’acquisto attente all’ecologia. Comprano meno vestiti (29%), mentre i danesi riciclano i vestiti usati (30%) e i tedeschi riparano i propri vestiti per farli durare più a lungo.
Gli sforzi in termini di sviluppo sostenibile hanno una portata comunque limitata. Gli intervistati francesi dichiarano di aver adottato comportamenti sostenibili più che di aver effettuato acquisti di prodotti ecosostenibili. Solo l’11% si dichiara disposto a pagare di più per prodotti ecologici. La media sale al 19% in tutti i Paesi oggetto d’indagine. Lo sviluppo sostenibile non è ancora il fattore più importante per i consumatori di moda, che attribuiscono maggiore importanza a criteri di acquisto legati alla tradizione come il buon rapporto qualità-prezzo (69%) o la comodità. Gli acquirenti di articoli di lusso apprezzano la funzionalità e l’unicità del loro bene.
Dall’1 al 16 luglio lo studio 2024 European Consumer Sentiment Report ha intervistato più di 7 mila consumatori residenti in Danimarca, Francia, Germania e Regno Unito sulle loro abitudini di acquisto e sulla loro vita personale.