MCIII, la cuvée de prestige di Moët & Chandon creata per le celebrazioni di grandi eventi, testimonia tutta l’avanguardia della maison d’ Epernay.
Un codice, dunque, dove il III rappresenta il trittico che compone questo nuovo champagne creato dalla sapienza di un eccellente chef de cave, Benoît Gouez, che ha affrontato un’impresa complessa e impegnativa durata anni.
Alla fine, ecco la magia di uno champagne nato dall’assemblaggio di tre vini vintage maturati in tre universi differenti: metallo, legno e vetro, per conferire a questa top cuvée (non un millesimato ma realizzata con più millesimati) equilibrio e armonia.
La trilogia di questo vino è un plot avventuroso da raccontare in tre momenti che si svolgono in universi differenti, ma che alla fine si riuniscono in un grande finale:
1) l’universo metallico: lo Chardonnay e il Pinot Noir del 2003, fermentati e invecchiati in tini di acciaio inossidabile, rappresentano quello strato che conferisce al vino la sua dimensione fruttata.
2) l’universo del legno: i blend Grand Vintage del 1998, 2000 e 2002 parzialmente invecchiati in grandi botti di quercia e poi conservati in tini di acciaio inossidabile integrano la dimensione fruttata e la spingono in una fase più evoluta dorata e un po’ fanée.
3) l’universo del vetro: gli champagne della Grand Vintage Collection Moët & Chandon del 1993, 1998 e 1999, invecchiati in bottiglia, conferiscono maturità all’assemblaggio con note più profonde e raffinate.
Ed ecco il risultato di queste tre storie che si incontrano e danno vita al racconto enologico più avvincente degli ultimi anni.