La nuova collezione di haute couture di Dior disegnata da Maria Grazia Chiuri sfila a Parigi con un omaggio ai Giochi Olimpici in arrivo.
Per la direttrice creativa di Dior, l’arrivo a Parigi dei Giochi (idea sacra di competizione sportiva) la spinge idealmente a rendere omaggio a tutte quelle atlete che dall’antichità a oggi hanno superato pregiudizi e ostacoli per avere spazio paritario nelle gare sportive e per far riconoscere dignità atletica ai loro corpi in gara. Così torna su quella forma primaria del vestire a lei cara che è il peplo, assoluto e duttile allo stesso tempo.
Il corpo, quindi, da sempre centrale nel mondo haute couture, lo diventa, su questa passerella ancor di più. E per farlo al meglio, si parte dal peplo, forma primaria del vestire, così duttile e sottile, che è capace di plasmare i corpi e di esserne plasmato a sua volta.
Chiuri parte proprio da qui per recuperare le idee che si ricavano da alcune pitture vascolari dell’Antica Grecia per lavorare con nuovi tessuti, il jersey prima di tutti, che non appartengono alla Couture. “Anche negli anni Venti, grazie alle Olimpiadi, la moda ha utilizzato tessuti appena inventati” dice Chiuri. E si riferisce evidentemente ai giochi olimpici di Parigi del 1924: e all’epoca la moda non era certo pàp…E così, Chiuri parte dall’ennesima sua riflessione sul peplo (il vestito primordiale) e lo elabora attaccandolo a una canottiera anziché al tradizionale bustier degli abiti da goddes. Quindi, lo rende ancora più costruito sul corpo in un rapporto che diventa veramente personale: un corpo un vestito.
Il risultato è una collezione molto Couture e molto fresca, semplice, libera da sovrastrutture. E rappresenta “una straordinaria occasione per intrecciare couture, sportswear, classicità, ribellione, l’energia collettiva, ma soprattutto valore politico del corpo femminile”.