La campagna shock rilasciata da Balenciaga sembra aver aperto un terribile vaso di Pandora, il cui contenuto potrebbe rivelarsi letale per la reputazione della maison e per le sue alte sfere.
Se sui social media celebrità strettamente legate al direttore creativo, Demna Gvasalia, hanno troncato i rapporti con Balenciaga, sul web gli utenti di tutto il mondo si stanno scatenando in un’investigazione privata e collettiva, talvolta dal sapore complottista.
Andiamo con ordine, però.
La controversia è sbocciata a seguito di una campagna pubblicitaria dedicata al Natale: Balenciaga ha proposto una serie di possibili regali, ma l’intento puramente innocente del photoshoot si è completamente estinto di fronte agli inquietanti orsetti bondage che la maison ha fatto abbracciare ai protagonisti del photoshoot, dei bambini.
Qui forse la critica avrebbe potuto limitarsi a una scelta di cattivo gusto (perché associare dei piccoli modelli a oggetti dal simbolismo estremamente spinto e grottesco?), ma i detective del web hanno scelto di indagare più in profondità nella questione.
Nuovi dettagli sconvolgenti emergono così dalla campagna per la collezione Primavera-Estate 2023: gli scatti dedicati alla borsa Hourglass per Adidas rivelano alcuni documenti e libri dal contenuto disturbante, sparsi sulle scrivanie o appena sotto la borsa nel servizio fotografico.
Da sentenze per reati di pedofilia fino a monografie dedicate ad alcuni fotografi appassionati di esoterismo, violenza e sangue (nonché neonati), Balenciaga ha sparso lungo il suo cammino elementi che connettono le sue figure principali al mondo taboo, criminoso e disturbante della pedopornografia.
Ad essere nel mirino mediatico del web è il trio composto da Demna Gvasalia, Lotta Volkova, ex-stylist per Balenciaga, fautrice della corrente streetwear post sovietica, e Gosha Rubčinskij, stilista eclissatosi dal mondo della moda dopo il 2018, anche chiamato “lo zar della streetwear”.
Demna non è di certo nuovo alle controversie, dato che il direttore creativo sembra nutrirsi di qualunque tipo di pubblicità: basti pensare alla trash bag da 1800 euro, alla sfilata nel fango o al suo rapporto strettissimo con Kanye West. Tuttavia, un suo vecchio post Instagram, nonché il forte legame che condivide con la Volkova e Gosha, sembra averlo compromesso e non poco. Qui afferma, infatti: “La gente crede che io, Lotta e Gosha siamo cresciuti tra pedopornografia e scorie di Chernobyl“.
Un commento ironico e di puro black humor, forse, ma che connesso alle ultime controversie del marchio finisce per dipingere un quadro per nulla roseo.
Per la Volkova, la situazione si complica: l’artista russa era conosciuta per i suoi atteggiamenti criptici e inquietanti, ma il suo profilo Instagram, ora chiuso, conteneva centinaia di scatti, artistici o meno, dedicati a bambini ricoperti di sangue, cannibalismo, riferimenti a Satana, orsacchiotti legati ed esposti su pentagrammi e via dicendo.
Il portavoce di Lotta ha dichiarato a Newsweek che la sua cliente non lavora con Balenciaga dal 2018 e che non è associata per nessun motivo alcuno all’ultima campagna del marchio; condanna, inoltre, qualunque forma di abuso sui minori.
Infine, arriviamo a Gosha Rubčinskij, che, come anticipato, è scomparso dalle scene nel 2018 in seguito ad alcune scomode chat WhatsApp che lo ritraevano in compagnia di un sedicenne: Gosha chiede insistentemente al ragazzino di inviargli foto esplicite, e la loro committenza prosegue per mesi; un altro uomo, inoltre, ha accusato lo stilista di molestie, ma nessuna di queste due storie ha mai raggiunto un’aula di tribunale.
Escludendo il passato “turbolento” di Rubčinskij, le colpe di Demna e Lotta potrebbero nascondere un qualcosa di grande e terribile, oppure potrebbero essere il risultato di una battuta di cattivo gusto e di una passione per il grottesco che si sono protratte troppo a lungo.
Se sul web gli utenti chiedono alle autorità competenti di interessarsi seriamente a Balenciaga, celebrità come Kim Kardashian e Bella Hadid si sono completamente distaccate dalla maison, anche se non sono riuscite ad evadere l’onda mediatica che ha ormai investito tutta la controversia.