Mademoiselle Gabrielle, fondatrice della maison che porta il suo nome, fu la prima ad instaurare il legame di Chanel con i Métiers d’art. Una collaborazione longeva, la cui promessa (valorizzare l’artigianalità e creatività) è stata rinnovata anche quest’anno dalla sfilata Chanel Métiers d’art 21-22, viaggio retrò nel tempo della maison.
Le sinergie con i maestri artigiani oggi è fitta più che mai, e la sfilata Chanel Métiers d’art 2021 2022 ne è la dimostrazione. Ricamatrici, piumai, guantai, pellettieri, orafi, esperti di seta e cashmere sono solo alcuni dei sapienti artigiani che da Francia, Italia, Spagna e Scozia consentono alle collezioni di prendere vita. C’è di più: oggi, per la prima volta nella storia della maison francese, i Métiers d’art hanno anche un posto fisico dove lavorare insieme e portare alla vita con un magico soffio vitale le creazioni da loro plasmate: le19M.
Situato tra il comune di Aubervilliers e il 19° arrondissement di Parigi, le19M è la location scelta da Virginie Viard per presentare la sfilata Métiers d’art 2021 2022. Il nuovo sito, che accoglie anche la cattedra istituita da Chanel sul savoir faire, è stato progettato dall’architetto Rudy Ricciotti e inaugurato proprio quest’anno.
“Ho chiesto a Dimitri Chamblas (celebre danzatore formatosi presso l’Opera di Parigi, ndr) di coreografare il film che è stato presentato prima dello spettacolo – spiega in aggiunta Virginie Viard. –
Blazer, cardigan, spolverini, piumini, cappotti. È ai capispalla che Virginie Viard delega ancora una volta, proprio come accaduto con la collezione Chanel moda Autunno/Inverno 2021 2022, la forza dirompente dell’estetica ereditata da Mademoiselle Gabrielle. E di lascito artistico – che la direttrice creativa rielabora in ottica contemporanea e metropolitana – ce ne è davvero molto: ciascun cappotto rielabora i codici della attraverso la cifra stilistica di Viard, che attinge dagli archivi e resta fedele all’anima della griffe.
“È una collezione molto metropolitana ma sofisticata – commenta Virginie Viard, – con giacche di tweed dalle maniche felpate, ricami in stile graffiti realizzati con perline colorate di Lesage, bermuda voluminosi in maglia viola o blu royal e cappotti casual indossati aperti. Molti dei ricami sono ispirati alla struttura stessa dell’edificio, come quelli di Montex, che sono molto grafici e in paillettes argentate”.
I cappotti sono lunghi, talvolta lunghissimi, tagliati da spacchi caratterizzanti (valorizzati dai leggings indossati subito sotto), ma ci sono anche spolverini morbidi, blazer avvitati e cardigan oversize. Indossati a loro volta come fossero capospalla, sono proprio i cardigan della sfilata Métiers d’art 2021 2022 a fare eco al democratic dressing su cui tanto fece leva Coco Chanel. Ribellandosi alla corsetteria della Belle Epoque, Gabrielle favorì un’estetica liberatoria, emancipandosi da canoni di costrizione del corpo femminile. A suo tempo, si rifornì del tessuto jersey dall’azienda manifatturiera Rodier e portò a concepimento l’ensemble costituito da gonna, pullover e cardigan, dove quest’ultimo capo knitwear fungeva anche da capospalla se necessario.