Moncler non è solo moda ma parla al mondo con linguaggi diversificati abbracciando anche forme espressive di altre discipline. Questo concetto viene perfettamente incarnato dal progetto del designer poliedrico Sergio Zambon che, in occasione dello show SS22 MONDOGENIUS, apre al pubblico una mostra lampo di un giorno.
Una proposta lifestyle innovativa interpreta oggetti della vita quotidiana, conferendogli nuova vita grazie ad un continuo dialogo tra artisti. Instant Message – A One-Day Exibition è stata possibile grazie alla collaborazione di Andrea Anastasio, Erwin Wurm e Prem Sahib, i quali hanno utilizzato l’estetica Moncler per creare degli oggetti alternativi e inaspettati, proprio come avviene con i piumini del marchio che cambiando stagionalmente codificazione.
Sahib ripensa al concetto di scrivania con la sua Puffer desk che si trasforma in una icona di produttività solitaria, evocata da una figura a testa bassa realizzato con il piumino della capsule 2 Moncler 1952 Man.
Anastasio lavora invece sul simbolismo di oggetti funzionali creando: Alta Quota, vasi scultorei smaltati e avvolti da corde da alpinismo; Giubotti che trasforma la giacca outdoor già utilizzata da Prem in un isolante per un vaso dalle linee delicate e Pillow che su un cuscino sviluppa la tangibile divergenza tra Oriente e Occidente.
Wurm stupisce con l’assurdo e il paradosso applicato ad oggetti di utilizzo quotidiano che vengono reinterpretati nella forma, nella materia e nelle dimensioni. Con la sua Fat Mini in tessuto rosa shocking del piumino Moncler, l’artista riflette su come un’ottica assurda possa portare a vedere di più, mentre con Almost a Perfect Day, Erwin realizza tre fotografie con alcune astratte figure umane vestite da piumini colorati, riflettendo su come la moda possa essere un perfetto mezzo per comunicare la nostra personalità, come se un capo fosse una seconda pelle.
Un’asta di beneficienza su Artsy, aperta dal 25 settembre all’ 11 ottobre, sostiene la mostra i cui profitti verranno donati all’organizzazione no profit FREE THE WORK, al fine di promuovere una maggiore inclusività all’interno del settore cinematografico.