Il settore dell’orologeria svizzera, storicamente fiore all’occhiello dell’industria elvetica, sta attraversando un periodo di forte difficoltà. I dati più recenti delle esportazioni indicano un calo prolungato nei mesi del 2025, con la contrazione di novembre che ha sorpreso negativamente gli analisti: -7,3% rispetto all’anno precedente. Secondo la Federazione dell’industria orologiera (FH), si tratta di un trend negativo che dura ormai da mesi, con flessioni anche nei mesi precedenti come agosto e ottobre.
Le cause di questa battuta d’arresto sono multiple e intrecciano fattori globali economici e geopolitici. In primis spiccano i dazi statunitensi, introdotti il 1° agosto, che hanno aumentato i costi per gli esportatori svizzeri verso uno dei mercati più importanti per l’orologeria di lusso. Nonostante il taglio delle tariffe dal 39% al 15% a novembre, gli effetti sul commercio non si sono annullati e le esportazioni verso gli USA restano significativamente ridotte.
Accanto alla questione tariffaria, la situazione economica in Cina – un altro pilastro della domanda di orologi «Made in Switzerland» – si è fatta più difficile, con consumatori meno propensi a spendere per beni di lusso e mercati come Hong Kong e Cina continentale che segnano cali marcati. Questa flessione si riflette anche nei dati più ampi sull’export elvetico, dove Stati Uniti, Regno Unito e altri mercati occidentali mostrano trend di domanda indeboliti, aggravando la dinamica complessiva del settore.
Nonostante il clima complessivo sia di preoccupazione, l’industria non è ferma: secondo studi di settore, il mercato delle vendite fisiche in negozio resiste meglio delle vendite online, e cresce l’interesse per il mercato dell’usato, soprattutto tra le generazioni più giovani. I marchi e i retailer stanno quindi cercando di adattarsi, puntando su esperienze di acquisto più coinvolgenti e servizi personalizzati per mantenere la loro attrattiva.
La crisi attuale dell’orologeria svizzera riflette una combinazione di cambiamenti economici globali, politiche commerciali e mutamenti nelle abitudini dei consumatori. Dopo anni di crescita e di boom post‑pandemia, il settore si trova ora davanti alla sfida di reinventarsi in un mercato più competitivo e incerto, con l’obiettivo di preservare posti di lavoro, innovazione e l’immagine simbolica che ha contraddistinto «Swiss Made» per oltre un secolo.


