L’elegante marchio londinese Burberry interrompe il ciclo negativo e torna a segnare un segno più nella voce vendite: nel secondo trimestre chiuso al 27 settembre 2025, le vendite comparabili sono cresciute del 2%, superando le attese degli analisti (1%).
Nel periodo che va dal 28 marzo al 27 settembre 2025, il fatturato si è attestato a 1,032 miliardi di sterline, in calo del 5% a cambi correnti (-3% a cambi costanti).
Segno ancora meno positivo se si considera l’intero semestre, ma l’aspetto che desta maggiore attenzione è il miglioramento della redditività: l’utile operativo rettificato ha raggiunto 19 milioni di sterline, rispetto a una perdita pari a 41 milioni nello stesso periodo dell’anno precedente. La marginalità rettificata è salita all’1,9% dal –3,8% di un anno fa.
A livello geografico, nel Q2 si registra un +3% negli Stati Uniti, +1% nell’area EMEIA e una ripresa del mercato cinese con +3% nella regione “Greater China” dopo il peggioramento del Q1.
Il ceo Joshua Schulman ha commentato che «siamo ancora nelle prime fasi del nostro turnaround», ma i risultati iniziali confermano che la strategia – incentrata sul rafforzamento dell’identità “Timeless British Luxury”, sul rilancio degli outerwear e delle sciarpe e sull’esperienza retail – sta prendendo corpo.
Nel dettaglio del piano, la Casa ha evidenziato i punti chiave che stanno guidando il cambiamento: una marginalità lorda migliorata (+410 bps a cambi costanti), una riduzione dei costi d’esercizio (-5% a cambi costanti), avendo già attuato un piano di risparmio costi che punta a ~80 milioni di sterline entro la fine dell’esercizio fiscale.
Pur con questa inversione di tendenza, Burberry mantiene prudenza: il contesto macroeconomico resta incerto e il gruppo sottolinea che l’impatto delle iniziative messe in campo si farà vedere appieno nei prossimi trimestri. L’obiettivo dichiarato è tornare a una “crescita sostenibile e profittevole”.
Questo trimestre rappresenta un segnale significativo: dopo sette trimestri consecutivi di calo delle vendite comparabili, il brand ha invertito la rotta. Rimangono però le sfide: il calo del fatturato globale, la necessità di rafforzare ulteriormente categorie e canali ancora carenti e di consolidare la ripresa nei mercati strategici, in particolare in Asia.


