È stata inaugurata sabato 5 luglio scorso presso la Galleria d’arte Moderna e
Contemporanea “Lorenzo Viani” di Viareggio, a palazzo delle Muse, una mostra dedicata a
Giulio Turcato, dal titolo “Un’arte oceanica”, a cura di Silvia Pegoraro e Martina Caruso, in
collaborazione con l’archivio Giulio Turcato di Roma e organizzata dall’Associazione
Artelive aps.
La mostra vuole essere un omaggio, nel trentennale della scomparsa dell’artista, avvenuta
a Roma nel 1995, a Giulio Turcato, che rappresenta una figura chiave dell’arte italiana del
Novecento e che ha scelto Viareggio come luogo del suo riposo eterno, presso il Cimitero
Monumentale della città.
L’esposizione presenta un percorso di taglio antologico che offre al visitatore cinquanta
opere che interessano un arco temporale compreso tra la seconda metà degli anni
Quaranta e i primi anni Novanta, un itinerario che attraversa l’intera parabola creativa
dell’artista.
L’esposizione ha come obiettivo quello di mettere in luce la vitalità inesauribile e la
costante tensione del suo lavoro, rivolto alla sperimentazione, quel “nomadismo interiore”
che Turcato evocava a commento del suo Autoritratto nel 1981, quando affermava “mi
piace camminare in mezzo alla gente e tutto quello che succede è il mio programma”.
Viareggio conserva un importante legame con l’artista che risale al 1990, quando Turcato
donò alla città un monumentale gruppo scultoreo, installato nel 1994 dal titolo “Le
Oceaniche”, posto in piazza Puccini, ed attualmente oggetto di un complesso intervento di
restauro.
La mostra alla GAMC dedica una sezione specifica a questo filone di ricerca, che egli
sviluppò a partire dal 1970 e proseguito fino agli ultimi anni di vita. In esposizione venti
opere, alcune delle quali inedite, che testimoniano le molteplici declinazioni del tema
“oceanico”. La genesi delle Oceaniche risale ad un viaggio in Kenya compiuto da Giulio
Turcato nel 1970, durante il quale fu colpito dalle forme essenziali e funzionali di scudi,
canoe e piroghe delle popolazioni indigene.
Nato a Mantova nel 1912 da famiglia veneziana, Turcato è considerato tra i massimi
interpreti dell’astrattismo pittorico italiano, anche se la sua opera pare sfuggire a facili
classificazioni, articolandosi in linguaggi figurativi, incursioni scultoree e invenzioni

