Negli ultimi anni, il settore della moda italiana ha attraversato una fase complessa, caratterizzata da una contrazione dei ricavi e difficoltà strutturali che hanno messo a dura prova l’intera filiera produttiva. Per affrontare queste sfide, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha presentato un nuovo “piano moda”, volto a supportare il comparto attraverso investimenti mirati e strategie di rilancio.
L’incontro, svoltosi a Milano, ha visto la partecipazione di importanti rappresentanti dell’industria del lusso e delle istituzioni, tra cui Camera Nazionale della Moda Italiana, Fondazione Altagamma e i vertici di Invitalia, Cdp, Sace e Ice. Sebbene inizialmente fosse prevista la presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, l’agenda governativa ha subito variazioni, rendendo impossibile la sua partecipazione. Tuttavia, l’interesse dell’esecutivo per il settore resta alto, come dimostra l’impegno del ministro Adolfo Urso, principale promotore dell’iniziativa.
Uno scenario in difficoltà: numeri e prospettive
Secondo i dati della Camera Nazionale della Moda Italiana, il settore, che include anche gioielli, cosmetica e occhialeria, ha chiuso il 2024 con un calo dei ricavi del 5,3%, attestandosi sui 96 miliardi di euro. L’analisi di Altagamma e Bain evidenzia un periodo particolarmente critico per la produzione, con una riduzione del 20-25% nei volumi del comparto del lusso. A complicare ulteriormente il quadro si aggiunge l’incertezza legata a possibili dazi commerciali e alla fragile ripresa del mercato cinese.
Le difficoltà del settore si riflettono anche sul fronte occupazionale: negli ultimi dieci anni si sono persi circa 28mila posti di lavoro nel tessile, nella moda e nella pelletteria, mentre oltre 12mila aziende hanno chiuso i battenti. La crisi di liquidità sta mettendo a dura prova le piccole e medie imprese, molte delle quali faticano a sostenere gli stipendi e a restituire i finanziamenti richiesti durante la pandemia. Nonostante il Governo abbia prorogato la cassa integrazione, i fondi stanziati non sono stati utilizzati come previsto, lasciando irrisolte molte delle criticità esistenti.
Il piano moda: strategie di rilancio e sostegno alla filiera
Durante l’incontro di Milano, il ministro Urso ha delineato le principali direttrici del piano, che punta a rafforzare il comparto attraverso il sostegno agli investimenti e la tutela della filiera produttiva. Tra le misure previste vi sono fondi di garanzia per le imprese, finanziamenti per la transizione ecologica e digitale e incentivi per l’internazionalizzazione del settore.
Il piano prevede uno stanziamento di 250 milioni di euro per il 2025, così suddivisi:
- 100 milioni per i contratti di sviluppo;
- 100 milioni per i mini contratti di sviluppo;
- 15 milioni destinati alla transizione ecologica e digitale;
- 30,5 milioni per la promozione della sostenibilità.
Queste risorse fanno parte di un pacchetto più ampio da 22 miliardi di euro, destinato a supportare l’intero tessuto produttivo italiano.
Un futuro da costruire insieme
La necessità di rafforzare la filiera della moda è stata sottolineata dai principali attori del settore. Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, ha evidenziato l’importanza di un’azione coordinata tra istituzioni e imprese per garantire la competitività del Made in Italy. Matteo Lunelli, presidente di Altagamma, ha ribadito la centralità delle piccole e medie imprese nel sistema moda, sottolineando la necessità di proteggerle in una fase di forte incertezza geopolitica ed economica.
Il prossimo passo sarà la presentazione del piano alle associazioni di categoria il 19 marzo e, successivamente, la discussione nel tavolo della moda convocato per il 24 marzo. “È il momento di fare squadra e valorizzare il nostro saper fare”, ha dichiarato il ministro Urso, sottolineando l’importanza di un impegno collettivo per rilanciare un settore che rappresenta uno dei pilastri dell’economia e della cultura italiana.