“Rivelare. Trent’anni senza Alighiero Boetti” è il titolo della mostra visitabile alla galleria torinese dell’Accademia e ha una sua particolarità, essendo l’ultima curata dallo scomparso critico Luca Beatrice, che la studiò insieme al gallerista Luca Barsi, pochi giorni prima della sua improvvisa e prematura scomparsa.
In mostra si potranno ammirare alcuni interessanti lavori dell’artista, quali gli arazzi con le scritte in verticale, dipinti, disegni e una mappa della città di Torino con segnate le abitazioni degli amici di Boetti, in pratica tutti gli esponenti dell’arte povera, e un elenco numerico incomprensibile, che si scopre essere un sistema di misurazione della lunghezza dei fiumi che varia alla foce al variare delle maree.
Si potrà anche ammirare in mostra il celebre Manifesto del 1967 dove Alighiero Boetti affianca all’elenco dei nomi dei colleghi dell’arte povera dei giocosi e misteriosi segni in codice.
Un’altra sala della galleria è incentrata su di un lavoro su carta edito negli anni Ottanta, dedicato alle scuole elementari, composto da dieci diversi disegni dove una serie di mani e numeri in successione crescente erano utilizzati da Boetti per aiutare gli scolari a fare di conto.
Tra gli arazzi in mostra un rarissimo “Kabul” in seta realizzato da ricamatrici afgane dove Alighiero si recava periodicamente. Si tratta di una produzione iniziata alla fine degli anni Settanta che incarna l’ideale di arte concettuale e non necessita dell’intervento dell’artista nella realizzazione dell’opera, creando i precedenti per un’opera globale e partecipativa.
”L’arte di Alighiero Boetti voleva comprendere il tutto nel tentativo di far quadrare il mondo- ha scritto nel catalogo della mostra Luca Beatrice, il critico recentemente scomparso – La classificazione, la mappatura, la volontà di mettere ordine sono elementi primari . Era un intellettuale privo di moralismi e quindi profondamente laico che credeva nel primato dell’intelligenza e della memoria. L’infinita serie di frasi composte da 16, 20 o più lettere, i famosi arazzetti, la trascrizione dei fiumi più lunghi del mondo, la cartina geografica della terra dove i confini dei singoli Stati sono delimitati dai colori delle loro bandiere. Sono questi alcuni tra i lavori di Boetti che hanno germinato il maggior numero di filiazioni”.
La mostra su Alighiero Boetti curata da Luca Beatrice fornisce al visitatore l’opportunità di riscoprire, attraverso opere interessanti, il lavoro di un grande artista, che, con un tono di leggerezza calviniana, non disdegna di scoprire la profondità del mondo e dell’uomo.