Alle Gallerie d’Italia a Napoli è stata prorogata fino al 4 maggio prossimo la mostra dal titolo “Andy Warhol. Triple Elvis” a cura di Luca Massimo Barbero.
La mostra ha riscosso grande successo di pubblico e di critica e presenta un focus espositivo delle opere di Andy Warhol, tra cui tre fondamentali cicli grafici riuniti per la prima volta e provenienti dalla collezione Luigi e Peppino Agrati, importante raccolta di arte contemporanea formatasi tra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento e confluita, grazie al lascito del cavalier Luigi Agrati , nel patrimonio storico artistico tutelato e valorizzato da Intesa Sanpaolo.
L’esposizione si vuole presentare come una mostra dossier, che intende raccontare la ricerca artistica originale e straordinaria di Warhol a partire dall’opera ‘Triple Elvis’ del 1963, anno in cui l’artista per la prima volta lavora sulla ripetizione dell’immagine in occasione della mostra dedicata agli Elvis Paintings alla Ferus Gallery di Los Angeles.
Proprio in quegli anni l’artista comincia a inserire nelle proprie opere personaggi che egli stesso, anticipando i tempi, definisce famosi.
È contestualmente possibile vedere l’evoluzione dell’artista americano negli anni Sessanta e nei primissimi anni Settanta, attraverso tre importanti cicli grafici qui esposti: Marilyn, Mao Tse- Tung e Electric Chairs.
L’esposizione apre con due cicli di opere grafiche, la serie di dieci serigrafie Electric Chairs dove l’immagine di una sedia elettrica diventa icona politica, ma anche una meditazione sull’umanità e sulla morte, e le 10 serigrafie in cui l’artista, attraverso l’uso deciso del colore, mostra il ritratto di Mao, eseguite nel 1972, anno del celebre viaggio del presidente Nixon in Cina. Nella stessa sala è presente un’altra serie del 1967, dedicata a Marilyn, che consacra il grande firmamento dei miti hollywoodiani, divenuti emblema dell’artista americano.
In mostra anche un ritratto di Wahrol, una piccola e delicata opera fotografica di Duane Michals, fotografo americano in cui l’artista compare e scompare.
Concludono questa ricercata mostra due pezzi della collezione Intesa Sanpaolo, i due Vesuvius, a testimonianza dell’importante legame che l’artista ebbe non solo con la città di Napoli, ma con l’Italia.
L’esposizione fa parte del progetto “Vitalità del tempo”, a cura di Luca Massimo Barbero, per approfondire lati inediti delle collezioni della banca e parte del ciclo sono le sei sale allestite al secondo piano delle Gallerie d’Italia di Napoli, in cui è possibile ammirare opere di artisti dalla fine degli anni Quaranta agli anni Novanta del Novecento, tra cui Fontana, Kounellis, Boetti e Sol Lewitt.