Con l’inaugurazione del 7 dicembre si conclude il percorso di palazzo Citterio, che, dopo 52 anni di varie traversie, dall’8 dicembre sarà riaperto al pubblico. Dopo 52 anni si realizza, così, l’ampliamento della Pinacoteca di Brera con l’esposizione di oltre 200 opere delle collezioni Jesi e Vitali al piano nobile dell’edificio e con due importanti mostre negli spazi adiacenti.
Nasce quella che Franco Russoli, visionario direttore della Pinacoteca di Brera dal suo insediamento nel 1957 alla sua scomparsa nel 1977, aveva denominato “La grande Brera”. Un sogno lungo oltre 50 anni che si realizza finalmente con l’apertura al pubblico del settecentesco palazzo Furstenberg, in seguito detto palazzo Citterio, acquisito dallo Stato nel 1972, anno in cui gli allora Sovrintendenti Gian Alberto Dell’Acqua e Franco Russoli formularono l’idea di un spazio che consentisse al Museo di crescere con l’arte del Novecento, diventando non solo luogo di conservazione, ma anche di sperimentazione e di ricerca.
Dall’8 dicembre il pubblico potrà visitare uno spazio per decenni chiuso e oggi restituito alla città, un museo dove saranno custodite, con un allestimento innovativo, le collezioni Jesi e Vitali, oltre 200 opere che comprendono capolavori dell’arte italiana e internazionale, quali opere di Carrà, Morandi, Boccioni, Modigliani, Picasso, Braque, e che sarà sede, negli spazi completamente riallestiti, di importanti mostre di arte moderna e contemporanea.
“Abbiamo lavorato dal 15 gennaio scorso, giorno del mio insediamento, focalizzando la data del 7 dicembre- dichiara Angelo Crespi, direttore generale della Pinacoteca di Brera, di Palazzo Citterio e della Biblioteca Braindense – e ci siamo dati il compito di concludere il cinquantennale percorso di Palazzo Citterio entro il 2024, poiché crediamo sia un atto doveroso, eticamente e economicamente, l’apertura di questo edificio che consente l’ampliamento della Pinacoteca, coronando il sogno di Franco Russoli, di realizzare la Grande Brera, cioè un nuovo modo di pensare l’edificio di Brera con l’annesso Palazzo Citterio, di pensarlo come un luogo unico con le sue molte funzioni e una collezione antica e una di arte moderna tra le più importanti al mondo.
Sottoposto nel corso degli anni a diversi interventi di recupero, dagli anni Ottanta del Novecento in poi il palazzo ha visto alternarsi diversi progetti con relativi stanziamenti di fondi da parte del Ministero, dal primo progetto di Giancarlo Ortelli e Edoardo Sianesi, alla ristrutturazione che ha portato alla creazione delle sale come quella affidata nel 1986 dall’Associazione Amici di Brera all’architetto James Stirling, fino agli anni Duemila con la risistemazione degli ambienti ipogei e la sistemazione degli spazi non edificati. Fino all’ultimo corposo finanziamento del 2012, con l’avvio dei lavori completati in una parte significativa del 2018. Le opere del Novecento delle collezioni Jesi e Vitali hanno trovato spazio nelle sale napoleoniche della Pinacoteca in speciali depositi a vista grazie ai finanziamenti della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti.
Il direttore generale Angelo Crespi, dopo il suo insediamento il 15 gennaio 2024, ha avviato un nuovo progetto con importanti opere di consolidamento strutturale di una parte dell’edificio, del perfezionamento degli impianti HVAC museali e la realizzazione degli allestimenti in continuità con la Soprintendenza.
Dal punto di vista strutturale, oggi, al piano nobile si apre una grande sala denominata numero 40 in continuità con la Pinacoteca dove le opere arrivano a coprire il periodo fino al 1861. Questa sala, pensata dalla recentemente scomparsa Isabella Marelli, vede esposta la Fiumana di Pellizza da Volpedo e da qui partono le due collezioni, la Jesi, di fronte via Brera, e la Vitali, fronte giardino.
La sistemazione delle opere è stata organizzata per nuclei tematici e cronologici, secondo le indicazioni di Marina Gargiulo, responsabile delle collezioni del XX secolo della Pinacoteca di Brera.
Il piano nobile vedrà esposti capolavori assoluti del Novecento italiano e Internazionale da Boccioni a Modigliani, da Morandi a Picasso, oltre all’aggiunta dei cosiddetti Autoritratti minimi di grandi artisti del Novecento appartenuta allo scrittore, sceneggiatore e artista Cesare Zavattini, le 23 Fantasie di Mario Mafai, visionaria serie di figurazioni di violenta e grottesca denuncia degli orrori della guerra, donata da Aldo Bassetti, già presidente dell’Associazione Amici di Brera. Negli ultimi decenni la Pinacoteca di Brera ha acquisito un consistente numero di capolavori di grandi maestri quali Picasso, De Chirico, Savinio, Campigli, Cassinari, Melotti, De Pisis, destinati ad essere esposti nelle sale di palazzo Citterio. L’architetto Mario Cucinella, che ha lavorato insieme al gruppo ERCO, leader mondiale per le illuminazioni architetturali e le opere d’arte, e anche con il gruppo Goppion, leader nella realizzazione delle vetrine e teche museali, si è ispirato ai principi di inclusività e dialogo del palazzo con la città. A partire dalla corte è stato realizzato un tempietto circolare, punto di raccordo tra l’esterno e i vari ambienti della Grande Brera, tempietto di ispirazione bramantesca, che dialoga con la Pinacoteca e consente ai visitatori di godere di uno spazio per riposare e vivere la città.