Sotheby’s apre in grande la sua stagione primaverile. Dopo i risultati confortanti ottenuti a Parigi e Londra, come pure per Christie’s, l’auction house guidata dal miliardario franco-israeliano Patrick Drahi ha battuto all’asta di New York un dipinto di Monet per quasi 35 milioni di dollari.
Si tratta di Meules à Giverny, tra gli esemplari più costosi della serata newyorkese. L’opera, realizzata dal maestro dell’impressionismo nel 1893, è stata venduta «in una guerra di offerte di otto minuti» per 34,8 milioni di dollari, come ha affermato un portavoce di Sotheby’s. L’asta si è svolta nella sede newyorkese della casa d’aste, a Manhattan, oltre che online e per via telefonica, e ha riguardato una cinquantina di dipinti di arte moderna dal valore complessivo di 235 milioni di dollari.
A differenza di tutti i dipinti su questo soggetto eseguiti in precedenza, il presente lavoro e due composizioni direttamente correlate sfruttano appieno le rivelazioni sulla manipolazione delle superfici che Monet ha scoperto nella sua serie incentrata sulla Cattedrale di Rouen, che ha iniziò nel 1892 e terminò nel 1894. Monet trovò la sua ispirazione nei campi adiacenti alla sua casa a Giverny. Questi grandi covoni di grano erano tipici della Francia del nord: gigantesche strutture coniche impilate in modo tale da consentire agli steli di asciugarsi e prevenire la formazione di muffe prima della separazione del grano dallo stelo mediante una trebbiatrice. Non tutti i villaggi agricoli avevano una propria trebbiatrice e l’attesa perché una di queste macchine raggiungesse un luogo specifico spesso richiedeva mesi: il grano tagliato in estate poteva rimanere nella sua ordinata catasta fino a gennaio o febbraio dell’anno successivo. La forma dei covoni peraltro variava da regione a regione.
Accanto all’opera di Monet, un altro esemplare venduto all’asta a un prezzo record è stato Les Distractions de Dagobert dell’artista anglo-messicana Leonora Carrington (1917-2011), battuto a 28,5 milioni di dollari.