È stata inaugurata a palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza regionale, una mostra che ricostruisce la figura storica di Cosimo I de’ Medici, il Granduca padre della Toscana e unificatore del territorio, che moriva il 21 aprile 1574. I 450 anni da quella data sono l’occasione per celebrare un personaggio a cui la Toscana di oggi deve molto.
L’esposizione, curata da Samuele Lastrucci, direttore del Museo de’ Medici, rimarrà aperta fino al 16 maggio e rappresenta un momento topico tra le numerose iniziative promosse su tutto il territorio regionale nel corso del 2024 per celebrare il primo Granduca d’Italia. Si tratta di un’iniziativa frutto della collaborazione tra istituzioni e importanti realtà culturali che hanno contribuito a dare vita ad un vero e proprio viaggio nella Toscana del Granduca.
L’allestimento propone i sontuosi costumi che fedelmente ricostruiscono gli abiti dei Medici, opere sartoriali delle Manifatture digitali di Prato. Si viene poi immersi nell’atmosfera delle fortezze grazie a una collezione di fotografie realizzate da Massimo Sestini, che ci testimoniano l’impronta del granduca nelle fortificazioni di numerose città toscane.
Sono anche esposti preziosi pezzi originali, cimeli come la bolla papale che conferì a Cosimo I il titolo granducale nel 1569. Un’esperienza immersiva consente, semplicemente scansionando un QR code, di entrare virtualmente nello studiolo di Cosimo I a palazzo Vecchio.
La mostra, curata da Samuele Lastrucci, direttore del Museo de’ Medici della Rotonda in via degli Alfani, è stata inaugurata dal presidente della regione Toscana Eugenio Giani. Si avvale della collaborazione dell’Archivio di Stato di Firenze, di quello di Siena e del Museo Opificio delle Pietre Dure.
“Da grande sovrano di caratura europea Cosimo I riuscì a consolidare l’autonomia, l’integrità territoriale e la sicurezza di uno Stato che dapprima non esisteva – spiega il presidente Giani – il granducato nato dalla sua opera riunì le due antiche Repubbliche rivali di Firenze e Siena, in una nuova entità i cui confini corrispondono circa a quelli odierni”.
“Le sezioni di questa mostra – spiega il suo curatore Samuele Lastrucci – intendono mettere in luce la dimensione più propriamente politica del personaggio, dalla costruzione del mito, operata da intellettuali del calibro di Giorgio Vasari e Egnazio Danti, al momento cruciale dell’inconorazione a granduca”.
La mostra rimarrà aperta fino al 16 maggio.