E’ stato lo stilista delle stampe animalier, di Cindy Crawford sulla Scalinata di Trinità dei Monti vestita come una tigre, di Naomi Campbell a braccetto con lui sul Ponte Vecchio dopo una sfilata memorabile, uomo di cuore e di passioni, innamorato delle donne che ha vestito per tutta la vita in modo sexy e sensuale. Una vita di eccessi nella moda ma legata alle tradizioni della fiorentinità che ha sempre esaltato, dell’essere un italiano al quale i nazisti avevano ucciso il babbo di 33 anni quando lui ne aveva solo tre anni nella rappresaglia di Castelnuovo dei Sabbioni in provincia di Arezzo, del parlare di sé con umiltà perfetta dicendo “io più che uno stilista sono stato sempre uno stampatore”, sottolineando sempre il suo legame profondo con gli operai e le sarte.
Tra i protagonisti della moda degli ultimi 50 anni, Cavalli ha contribuito a portare la bandiera del made in Italy nel mondo. “Non chiamatemi stilista – scriveva nella sua autobiografia ‘Just Me’ (Mondadori) – Il mio talento, piuttosto, è trovare ciò che rende speciale un tessuto, un abito, una donna, pensando sempre alla moda come fosse un sogno pret-à-portér, pronto per essere indossato”.
Il suo pret-a-porter, riconoscibile grazie a motivi iconici come l’animalier, è stato indossato (e amato) da celebrities di tutto il mondo, da Jennifer Lopez a Naomi Campbell, da Katy Perry a Lady Gaga, solo per citarne alcune.
Nato il 15 novembre 1940, Roberto Cavalli è sempre rimasto legatissimo a Firenze, città in cui si trasferì dalla provincia con la madre, ancora piccolo e sconvolto dalla perdita del padre, che fu sequestrato e fucilato il 4 luglio 1944 dai tedeschi in ritirata. Nel capoluogo toscano ha dato vita alla sua impresa stilistica già negli anni Settanta. Visionario, estimatore del corpo femminile e costantemente ispirato dal mondo della natura tanto da rendere l’animalier una stampa da tutti i giorni. Prima fu il ghepardo, subito negli anni ’70, poi negli anni ’90 arrivò lo zebrato e poi le fantasie a farfalla, leopardo, coccodrillo, lince, serpente e paillettes usate come squame di pesce. Il serpente è il simbolo della sua maison, che oggi ha boutique in tutto il globo. Un successo che lo portò pure a tenere una lectio magistralis alla Oxford University. Roberto Cavalli lascia sei figli. Dalla prima moglie, Silvanella Giannoni, ebbe Cristina e Tommaso, poi sposò Eva Duringer nel 1980, con cui ebbe Rachele, Daniele e Robert. Quindi poco fa, il piccolo Giorgio.
“Caro Roberto, non sei più fisicamente con noi ma so che porterò per sempre con me il tuo spirito. Continuare a lavorare ispirato dalla tua eredità e creare per il marchio che hai fondato con tanta visione e stile è il più grande onore della mia carriera. Riposa in pace, sentiremo la tua mancanza, sei amato da così tanti che tuo nome vivrà, per sempre, un faro per tutti, specialmente per me”, dichiara in una nota Puglisi.
“L’azienda Roberto Cavalli tutta si unisce al cordoglio per la perdita della famiglia del Signor Cavalli. La sua eredità rimane una costante fonte di ispirazione”, aggiunge Sergio Azzolari, CEO del marchio.