Un’analisi del comparto enoturstico attraverso una fotografia degli attori che lo popolano e delle criticità da affrontare. È quanto contenuto all’interno di ‘Enoturismo 4.0 – Osservatorio Enoturismo: Evoluzione del digitale’, il manuale sul turismo del vino italiano scritto a quattro mani da Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini .
Prima di tutto, il manuale espone le caratteristiche dell’azienda enoturistica italiana: in generale, questa ha piccole dimensioni – il 48% non supera i 500mila euro di fatturato annuo – e ha mediamente 15 dipendenti di cui tre coinvolti nella wine hospitality. Nel complesso, le aziende accolgono ogni anno 15 milioni di accessi e ricavano sul fronte enoturistico mediamente il 7% del loro business enoico.
“Dobbiamo aiutare il settore a costruire offerte turistiche sempre più diversificate perché ormai non parliamo più di turismo ma di turismi”, afferma Daniela Santanchè, ministro del turismo. “E l’enoturismo è una forma di turismo che ci aiuta anche a destagionalizzare perché spesso le cantine sono collocate in luoghi meno conosciuti intorno ai quali si possono costruire percorsi turistici differenti. Serve quindi un’offerta di qualità supportata da percorsi di alta formazione”.