Sembra impossibile stare al passo con i continui cambiamenti del settore beauty, talmente volubile e mutevole da trasformarsi in un caleidoscopio di tendenze contrastanti e talvolta inconciliabili.
Se le parole d’ordine per la bellezza di questa generazione si individuano nei concetti di sostenibilità, inclusività e qualità, più difficile è comprendere quali siano i fondamenti estetici di quest’era: dal trucco naturale e clean fino al make-up più sperimentale, orientarsi all’interno della cosmesi non è semplice.
A saperlo fare, tuttavia, sono i giovani brand emergenti formatisi a partire dall’inizio anni 2000, la cui attenzione alla cura del cliente e la voglia di innovare hanno permesso di ritagliarsi una dimensione su misura di grande impatto ed influenza.
Sì tratta di realtà competitive e in grado di vedersela con i colleghi già celebri, ma che devono affrontare un’industria particolarmente ostica: come confermano le analisi del beauty report per il 2023 – 2037 di McKinsey & Company, infatti, su 46 marchi fondati a partire dal 2005 a oggi, soltanto quattro hanno segnato un ricavo complessivo di oltre 400 milioni di euro.
In Italia gli indie brand rappresentano così una realtà a se stante rispetto ai grandi competitor internazionali, ma che ha fatto dell’artigianalità e della cura per il cliente una missione; tra questi possiamo citare Appeal Skin, Blonde Sister and IyoSkin.