Giovedì 26 ottobre è arrivato un annuncio importante per chiunque abbia New York in un posto speciale fra i propri interessi: i proprietari del Flatiron Building – tra cui figura anche il fondo italiano Sorgente Spa – hanno presentato la nuova vita dell’iconico palazzo a forma di ferro da stiro di Manhattan, che tanto ha plasmato l’immaginario della Grande Mela.
La proposta punta a riportare in vita il primo grattacielo nella storia di New York, deserto da quando, prima della pandemia, la casa editrice Macmillan aveva rinunciato a occuparlo. In marzo, dopo una serie di bagarre anche giudiziarie tra i precedenti proprietari e un compratore risultato alla fine insolvente, la scorsa settimana e’ entrata in gioco la Brodsky Organization, societa’ immobiliare specializzata nell’edilizia residenziale, che ha acquistato una quota e procedera’ alla ristrutturazione. Dal 1966 monumento cittadino, il “ferro da stiro” fu il primo edificio a “grattare il cielo” prima ancora che Chrysler e Empire State Building fossero costruiti. Per la New York del 1902, l’anno in cui venne completato, il singolare palazzo a pianta triangolare rappresentava l’essenza della modernita’.
Noto per essere stato il piu’ ‘magro’ delle torri newyorchesi prima che lo skyline di Manhattan venisse trasformato dagli edifici altissimi e supersottili che fanno ombra a Central Park, il grattacielo di 21 piani su 87 metri di altezza deve la sua forma alla posizione: all’incrocio tra Quinta e 23esima strada, proprio dove Broadway, una delle poche arterie diagonali dell’isola, passa dall’Ovest all’Est di Manhattan. Salvo contrattempi, la nuova incarnazione residenziale arrivera’ nell’arco di tre anni: i costruttori devono prima ottenere il nulla osta del comune, mentre demolizioni e costruzione potrebbero prendere un altro biennio.
Ancora indefinito il numero degli appartamenti; secondo un progetto preliminare potrebbero essere una quarantina.