Le discariche di tutto il mondo pullulano dei cosiddetti “rifiuti invisibili“, materiali e strumenti elettronici riciclati o dismessi in modo scorretto e che, di conseguenza, rappresentano una minaccia significativa per l’ambiente.
Per ricordare questa importante tematica, ogni 14 ottobre ricorre il E-Waste Day, una giornata dedicata alla sensibilizzazione sostenibile e in stretta collaborazione con Unitar (United Nations Institute for Training and Research) e Weee (Waste Electrical and Electronic Equipment) Forum.
Nel 2022, ad esempio, abbiamo prodotto oltre 60 miliardi di chilogrammi di rifiuti elettronici, come conferma il report Global E-Waste Monitor redatto dalle due organizzazione: Unitar e Wee Forum dividono i rifiuti invisibili in nove categorie, tra cui attrezzature per la cura personale, piccoli apparecchi elettronici, attrezzi per la casa, casse acustiche, luci led, giocattoli e strumenti per la sicurezza della casa.
Da un punto di vista economico, inoltre, l’abbondare di e-waste corrisponde a un costo significativo, dato che i materiali contenuti all’interno di questi apparecchi (come rame, ferro e oro) possono potenzialmente raggiungere il valore un valore pari a 57 miliardi di dollari, cifra registrata precedentemente nel 2019 da rifiuti elettronici dimessi.
“I rifiuti elettronici invisibili passano inosservati a causa della loro natura o del loro aspetto, portando i consumatori a trascurare il loro potenziale di riciclo“, spiega Pascal Leroy, direttore generale di Weee Forum. “Le persone tendono a riconoscere i prodotti elettrici per uso domestico che si collegano e si usano regolarmente. Ma molti fanno confusione sulla categoria di rifiuti in cui rientrano i prodotti ausiliari, periferici, specialistici, per hobby e per il tempo libero e su come riciclarli”.