Uno sguardo ammaliante, capelli voluminosi, color del bronzo, e un sorriso solare, che subito ci trasporta in una realtà sensuale e rilassata tutta Hollywoodiana.
Questo ciò che ricorderemo della meravigliosa Raquel Welch, attrice e sex symbol del cinema americano anni ’60 e ’70, a metà tra una pin-up e una ragazza della porta accanto dal fascino genuino e privo di malizia, purtroppo deceduta all’età di 82 anni: la notizia arriva dalla testata scandalistica statunitense TMZ e da un annuncio pubblico della famiglia, che ripercorre con discrezione la breve malattia vissuta dalla star, da cui non è mai riuscita a riprendersi.
A ricordarla sono in particolare i due figli, Tahnee e Damon Welch, nati dal primo matrimonio dell’attrice con James Westley Welch, agente e addetto alle relazioni stampa con cui Raquel (all’epoca non ancora la signora Welch, ma bensì Jo Raquel Tejada) rimase per oltre cinque anni di matrimonio.
Meravigliosa, atletica e baciata dal sole, Raquel Welch era considerata una delle donne più belle e desiderate della storia, tanto da essere inserita tra le 100 star più sexy del cinema dalla rivista Empire, ma l’attrice di origini spagnole non amava limitarsi a essere sexy.
“Ero contenta di aver sfondato e di poter avere avuto una carriera, ma allo stesso tempo non mi vedevo così“, aveva scritto nel suo memoir Raquel: Beyond the Cleavage (letteralmente, Raquel: Oltre la Scollatura) a proposito del ruolo in Un Milione di Anni Fa, che la lanciò definitivamente nell’Olimpo dello show business. “Non ero nella posizione di dire: ‘No grazie, preferirei fare Shakespeare’”.
Una carriera forse ben diversa da ciò che chiamiamo grande cinema, ma ricca di successi: oltre a due nomination ai Golden Globes, arrivati grazie alla performance in I tre Moschettieri e per la miniserie Quando morire di Paul Wendkos, Raquel Welch raggiunse la fama internazionale grazie al suo primo grande esordio con Un Milione di Anni Fa, diretto da Don Chaffey e divenuto iconico grazie a un attillato bikini di pelle scamosciata da lei indossato in locadina e durante il film; seguirono altri lungometraggi, come Fathom: bella, intrepida e spia (1967) di Leslie H. Martinson, Il mio amico il diavolo (1967) di Stanley Donen, il fantascientifico Viaggio Allucinante (di cui fu protagonista), e la commedia italiana Spara forte, più forte… non capisco! del 1966 di Eduardo De Filippo.