Il paradigma culturale della Generazione Z comprende un superamento di tutti i limiti posti dalle epoche precedenti: i binari del genere sono lasciati da parte, per un approccio all’espressione personale volutamente più libero e fluido e, ove sopravvivono, si convertono in identità comunitarie e personali, tappe di un percorso di scoperta persona eternamente in itinere.
L’arte esprime alla perfezione questo cambiamento così radicale e forse è l’alta moda, in tutte le sue possibili sfaccettature, a diventare il medium perfetto per raccontarsi su un red carpet, in cima a un palco o durante la vita di tutti i giorni. Per questo motivo l’industria della fashion è sempre più attenta alla tematica genderless e alle richieste dei consumatori più giovani, che ormai compongono una fetta essenziale del mercato mondiale: il risultato è un abbattimento totale delle passerelle codificate per genere, ad esempio, e a commistioni sempre più frequenti tra elementi normalmente “maschili” e “femminili” nelle collezioni delle grandi maison.
Le celebrities contribuiscono a nutrire questa corrente, che tuttavia affonda le proprie radici nelle comunità queer di tutto il mondo e nella ballroom culture, la scena drag e black che ha cambiato per sempre la storia del costume mondiale.
Oggi, oltre ad alcuni famosissimi indicati dai media mainstream come esponenti del genderless, l’alta moda fluida si muove tra eccesso, forme e colori: da Lil’Nas X agli MTV Music Awards fino alle apparizioni pubbliche dell’artista Janelle Monaé, il genderless super a la passerella e coinvolge un’intera corrente artistica e identitaria.