Il duo creativo di Prada manda in passerella una collezione in cui l’abito maschile torna prepotente e si trasforma nel messaggio. “Let’s talk about clothes”, così si chiama la collezione, è andata in scena in una location spoglia che ha permesso di focalizzarsi sugli abiti.
Cappotti minimali, senza fronzoli, abbinati a colletti di camicia dalle punte allungate, attaccati a bordi di maglia, effetto trompe l’oeil, mentre i bomber di nylon sono dalle forme ingigantite o ridotte, i montgomery lunghissimi o corti come spencer, i pantaloni accorciati e le cravatte smilze, portate sotto abiti di camoscio da lavoratore, mentre i piccoli cardigan vanno sulla pelle nuda, le tute utility sono in tweed e le canottiere imbottite come cuscini.
“A questo momento difficile che il mondo sta vivendo – spiega Miuccia Prada che firma la collezione a quattro mani con Raf Simons – reagiamo con la moda, col fare il nostro lavoro in modo serio. Non c’è più spazio per l’inutile creatività, questo non è il momento delle cose non utili. Da Prada parlano i vestiti e io e Raf pensiamo quello che crediamo sia giusto oggi”.
Dunque, una fall che ha l’obbiettivo di creare capi utili. Un visone di moda creativa, ma a dimensione umana che rappresenta a pieno la funzionalità dei vestiti.