Pelé non ce l’ha fatta, O Rei aveva 82 anni e a darne notizia è stata la figlia con un post su Instagram: “Tutto ciò che siamo è grazie a te. Ti amiamo infinitamente Riposa in pace”.
L’alfiere de “il bel gioco” si era sottoposto a cure per un tumore al colon dal 2021. Era ricoverato da più di un mese e le sue condizioni erano disperate. Ha affrontato il suo calvario con la stessa forza e la stessa tenacia che aveva sul campo e che gli hanno permesso di vincere tre Mondiali, 1958, 1962 e 1970, unico calciatore della storia a riuscirci. Di segnare oltre 1281 gol in 1363 partite fra Santos, New York Cosmos e Brasile. Di diventare calciatore del Secolo per la Fifa, per il Comitato Olimpico Internazionale e per l’International Federation of Football History & Statistics, nonché Pallone d’oro del secolo, unico giocatore al mondo.
Ma soprattutto di diventare il Re, un Re buono, partito dall’inferno giocando con un pallone di stracci e arrivato in cielo.
Nel 1992 è stato nominato ambasciatore delle Nazioni Unite per l’ecologia e l’ambiente e nel giugno 1994 Goodwill Ambassador dall’Unesco. Nel 1995 il presidente brasiliano Cardoso lo ha nominato ministro straordinario per lo Sport. In quel periodo Pelè ha proposto una legge per ridurre la corruzione nel calcio brasiliano, nota con il nome di «Legge Pelè». O’Rey ha ricoperto la carica fino alle dimissioni dell’aprile del 1998. Ambasciatore per il calcio della Fifa e membro del Football Committee, Pelè è stato scelto per effettuare i sorteggi delle qualificazioni ai Mondiali 2002 in Giappone e Corea del Sud e come ospite all’inaugurazione dei Mondiali 2006 in Germania insieme alla top model Claudia Schiffer.
Comunque la si veda l’insieme delle straordinarie doti tecniche e del numero di riconoscimenti di squadra e individuali lo collocano sul gradino più alto dei calciatori di tutti i tempi e sul podio degli sportivi della storia.