Sembrano passati secoli dal debutto di TikTok nel mondo occidentale: l’app cinese ha conquistato in pochissimo tempo un vasto pubblico di giovani e giovanissimi, consolidatosi poi a causa della pandemia e dei conseguenti lockdown.
All’epoca la piattaforma era esclusivamente dedicata a balletti e a trend che oggi verrebbero considerati imbarazzanti, e non godeva di una buona reputazione: se adesso, infatti, i controlli di sicurezza sono persino invasivi e paragonabili ad atti di censura, agli esordi l’applicazione rappresentava un rischio per la sicurezza dei più piccoli, tanto da venir aspramente criticata dai giornali.
TikTok rende dipendenti, TikTok ruba i dati dei suoi utenti, TikTok è un’arma nelle mani del governo cinese sono solo alcune tra le frasi più comuni che ricorrevano sui giornali e tra le conversazioni degli adulti, completamente esclusi dalla piattaforma.
Oggi non è più così, e basta guardare alla politica italiana per rendersene conto.
Tra Giuseppe Conte, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e il “pioniere” della piattaforma, l’ex senatore Antonio Razzi, il parlamento del Bel paese ha invaso gli schermi di grandi e piccini, e allo stesso modo anche le celebrità della televisione, come Bruno Barbieri, e protagonisti della storia mondiale, come Samantha Cristoforetti, hanno trovato il proprio posto sull’applicazione; anche l’editoria ha trovato il proprio sfogo sulla piattaforma grazie alla nascita del cosiddetto Booktok, dedicato esclusivamente al mondo della lettura e incentrato su recensioni, consigli e dibattiti.
TikTok ora si rivolge a tutti, senza alcuna distinzione.