La maison Dior esplora il mondo della mitologia e del folklore nella sua nuova collezione, dal nome di “Tree of Life Couture“, il risultato di una ricerca al limite dell’antropologico e che cita apertamente le opere dell’artista ucraina Olesia Trofimenko, che ha scelto come suo leitmotiv proprio l’Albero della Vita, un elemento ricorrente in tutte le leggende del mondo.
Si tratta di un albero dalle infinite diramazioni e radici, che tocca ogni angolo dell’umanità e dell’esistenza, e che nella visione di Dior si traduce in un “folklore indefinito” di tessuti semplici (lino grezzo, crêpe di lana leggera e plaid ruvidi) e di colori tenui, ma intensi (oltre 40 sfumature di beige e molto nero).
“Dato il contesto attuale, con la guerra alla televisione e la pandemia non ancora finita, penso che tutti dobbiamo chiederci quali siano il significato e lo scopo dell’alta moda?”, afferma Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa della maison parigina, in un’anteprima pre-show nel suo studio sulla Senna.
Artigianato, folklore e tradizione compongono la triade alla base della collezione, che in questo modo si ritrova affine al concetto di Bauhaus e si eleva grazie a riferimenti culturali di tutto rispetto, come la presenza nella sua concept moodboard della copertina di “L’invenzione della tradizione”, saggio dello storico Marxista Eric Hobsbawm.
Un canto all’insegna del folklore più puro, quello di Dior, che si innalza contro il nazionalismo, l’assenza di libera espressione e un’industrializzazione ammorbante.