Nella nuova collezione di Jurgen Canaku, ritorna la figura paterna come ispirazione e guida nel lavoro e nella vita privata.
Un padre che ha lasciato a Jurgen la sua visione di un mondo migliore, ma anche la guida della famiglia che ha creato. Un lascito di padre in figlio che si porta dietro un inevitabile carico emozionale, di ferite irrisolte e un dolore legato alla sua prematura scomparsa. Da qui il tema A Lost Romantiç come L.O.S.T. le lettere di una nuova Rosa dei Venti ancora legata al mare, che costruisce la figura mitica di un uomo nuovo, perso nell’amore per le cose, per la vita e per gli altri: il nuovo uomo Çanaku è uno strano, ma dentro ha solo amore.
La collezione definisce i canoni di una rivoluzione sartoriale, in cui i punti salienti del brand vengono esaltati a partire dai dettagli, soprattutto quelli che non si vedono.
Come accade molte volte ci si ferma alle apparenze ma è importante andare in fondo alle cose, alle persone, alle loro emozioni. Il focus è su strappi, tagli, polsi e colli di camicie lacerati, cravatte tagliate e ricucite, fodere e cinte dei pantaloni: tutto è come se fosse stato ferito, ma portato con disinvoltura e con orgoglio, senza paura del giudizio.
Si riparte sempre da una rilettura del sartoriale in chiave contemporanea dallo sguardo nuovo di Jurgen Canaku: abiti, giacche doppiopetto e monopetto tre bottoni, in lana per proteggere dal freddo che proviene dai Balcani, così come lo shearling e la pelliccia.
Fondamentale resta la parte in fresco di lana, leleganza pura dello stile italiano, così come la parte più leisure di pantaloni e giubbini in Denim e in ecopelle, con applicazioni in cristallo. Completa il look la camicia, sia classica in cotone sia in versione più fluida. La giubbotteria in pelle stampa pitone ha una immagine futuristica in oro e argento con idee anni Settanta, è tratta dal guardaroba di Canaku padre ma riportata alla contemporaneità. Gli accessori diventano dettagli di design più da guardare che da indossare, sia essa la calzatura o i guanti in pelle con cristalli.
Nella palette, il rosso dell’amore, del sangue, dei guantoni da boxe, della bandiera dell’Albania e per un terzo della bandiera italiana, predomina su tutto. Un colore che divide e che in fondo unisce, come deve essere. Dobbiamo tornare ad essere tutti uniti.
Nel video moodboard della collezione, la palestra da boxe e il ring, diventano metafora di allenamento alla vita, per essere sempre pronti a quello che ti potrebbe accadere, un allenamento a superare i pregiudizi, per i tatuaggi, per il colore della pelle, per la propria identità sessuale e più in generale per tutte le scelte personali qualsiasi esse siano. Un inno alla diversità, ognuno a suo modo è diverso e unico.