Kean Etro manda in passerella, nella hall dell’Università Bocconi di Milano, un uomo immaginario, pop e colto.
La collezione FW 22-23 di Etro elenca vestaglie in velluto (l’origine borghese), i maglioni con il lupo in jacquard (il simbolo dell’oggi), i completi in velluto liscio arancione, le sciarpe portate come un bustier che si stringe sui fianchi sulle giacche, bretelle con la scritta «Etro C’Est Trop», djellaba in seta gialla, trench in materiali, piumini imbottiti, slogan in latino e un messaggio su tutti: Gioia.
«Quando iniziamo a fare qualcosa abbiamo uno stato d’animo che vuole semplificare tutto, poi nel percorso creativo ci complichiamo la vita sovrapponendo idee e alla fine semplifichiamo di nuovo.
Ecco, questa collezione ha avuto questo percorso» afferma Kean.
Come sempre Etro riesce a rendere popolare qualsiasi cultura di riferimento in una miscela di immaginari. Stelle polari e ancore, mare d’inverno e montagna, lupi e rose. Un amalgama che, come una piccola biblioteca, è unito da un filo sottile. In questo nuovo sentire, anche il paisley trova una dimensione geometrica dell’essere, mentre si riscopre la ginnastica mentale del ben vestire.