Nelle sale dell’Appartamento dei Principi a Palazzo Reale dal 13 ottobre 2021 sino al 9 gennaio 2022 si terrà la mostra monografica “FRAMMENTI” dedicata all’opera di Tullio Pericoli.
L’esposizione vuole essere un punto di riflessione e un omaggio alla grande carriera di Tullio Pericoli, artista marchigiano, milanese dal 1961 con una attività feconda e multiforme, le cui opere hanno trovato accoglienza in esposizioni, pagine di giornali, volumi, committenze. Un’attività che nell’ultimo ventennio si è concentrata sul paesaggio, ma non si possono non ricordare i suoi ritratti di personaggi della cultura, pubblicati in tutto il mondo e le sue incursioni nel teatro, con le messe in scena di opere per l’Opernhaus di Zurigo e il Teatro alla Scala di Milano.
Il curatore, critico d’arte Michele Bonuomo, ha detto: “Tullio Pericoli è rigoroso pittore di se stesso mai disponibile ad opportunismi e a compromessi di sorta. Nella sua lunga pratica di pittura si è immedesimato nel paesaggio naturale o in quello di un volto umano, suoi alter ego, muoven- dosi con disinvolta sprezzatura tra minuscolo e immenso nel tracciare e annotare “vedute” autobiografiche.”
L’esposizione traduce un progetto particolarmente complesso per diversi aspetti, tra i quali il numero di opere: oltre 150, che vanno dal 1977 al 2021. Una raccolta imponente che contiene una grande parte dell’ultima produzione dell’artista, che si inscrive nella sua riflessione sempre attiva sul paesaggio.
Punto di interesse è la stanza dedicata ai ritratti: fisionomie fedeli e al tempo stesso trasfigurate come se fosse una sorta di assemblea delle figure più importanti della scena culturale internazionale, amici, colleghi, ispiratori. Anche un omaggio della città di Milano viene offerto da un artista che ormai da cinquant’anni ha deciso di appartenervi.
Tullio Pericoli ha detto: “Dipingo paesaggi per apprendere la loro lingua e leggere le loro pagine. Una lettura che parte sempre dalla geologia. Li dipingo anche per ricordare che non ci si può e non ci si deve liberare della memoria, per seguire una storia che strato sotto strato si snoda per tempi infiniti. Ma questo forse non è del tutto vero. Non dipingo paesaggi per fare paesaggi. Li dipingo soprattutto per il piacere di dipingere, e di fare un quadro dopo l’altro.”